Mountain Bike

Jolanda Neff e una quotidianità senza stravolgimenti

Per la campionessa iridata di downhill del 2017 la pandemia non ha portato a grossi cambiamenti. E, anzi, più tempo per tornare in forma

La sangallese in azione (Keystone)
13 aprile 2020
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La pandemia di coronavirus non sembra perturbare più di tanto la vita sportiva di Jolanda Neff: «La mia vita quotidiana non è cambiata molto - racconta la ciclista sangallese che ora vive in North Carolina con il suo compagno americano, lo specialista di downhill Luka Shaw.

Jolanda Neff immaginava di dover correre contro il tempo in vista dei Giochi di Tokyo 2020. Vittima di una terribile caduta durante l'allenamento poco prima di Natale, ha subito una lacerazione splenica, una significativa emorragia interna, una costola fratturata e un polmone collassato, cosa che evidentemente ha ridimensionato e non di poco le sue ambizioni olimpiche. La pandemia di coronavirus ha tuttavia mutato un po' i contorni del quadro. Grazie al rinvio di un anno dei Giochi, la 27enne può prendersi il suo tempo per tornare sui suoi livelli abituali. «Effettivamente quest'estate avrei rischiato di essere svantaggiata». Ad ogni buon conto, la campionessa iridata nel cross-country del 2017, che sperava di tornare a gareggiare a fine maggio, non si ritiene né avvantaggiata né svantaggiata dall'attuale congelamento delle attività sportive: «Le prospettive per l'estate del 2021 sono ormai uguali per tutti».

Toccata solo marginalmente dalla pandemia

Jolanda Neff non è troppo turbata dalle restrizioni predisposte in North Carolina al momento. «La mia vita quotidiana non è cambiata molto in termini di sport: posso allenarmi normalmente. Abbiamo tutto ciò che ci serve a casa per l'allenamento con i pesi e la preparazione fisica. E posso continuare a pedalare all'aperto», spiega la triplice vincitrice della Coppa del Mondo (2014, 2015, 2018). «E dato che non esco molto nei bar e nei ristoranti, le misure di contenimento hanno un impatto minimo anche sulla mia vita sociale».  Jolanda Neff non sente (ancora?) personalmente alcuna ripercussione finanziaria della crisi, né per la sua squadra (la Trek) né per i suoi sponsor. «La situazione non è ovviamente facile per la Trek. Ma la squadra è incredibilmente solidale». L'unico cambiamento finora è stato che la squadra ha deciso di non assumere un addetto stampa. «So che avrò altro da fare. Ma apprezzo questo tipo di lavoro. Mi piace avere un rapporto diretto con i miei contatti e cercherò di gestirlo da sola. Ma se questo intralcia la mia formazione, potrei cambiare avviso»

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