CICLISMO

Il coronavirus colpisce, il ciclismo si deve adattare

Strade Bianche annullate, Tirreno e Sanremo a forte rischio: molti grossi nomi dirottati su una Parigi-Nizza che non avrà al via Mitchelton, Ineos, Astana e Uae

5 marzo 2020
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Il coronavirus colpisce, il ciclismo si adegua. Dopo l'annuncio dell'annullamento delle Stade Bianche, il plotone è costretto ad adattarsi e a trovare soluzioni alternative. Nel paese più colpito dall'epidemia, gli organizzatori della Rcs  si sono dovuti inchinare. Le prove maschile e femminile delle Strade Bianche, in programma sabato a Siena, sono state cancellate dal programma di marzo. E lo stesso potrebbe capitare alla Tirreno-Adriatico (11-17 marzo) e, soprattutto, alla Milano - Sanremo, primo “monumento” della stagione ciclistica. Per quanto attiene alla Tirreno, la metà delle formazioni del World Tour hanno già dichiarato forfait, quasi tutte con motivazioni legate alla sicurezza sanitaria. Anche nel caso in cui si dovesse correre, dunque, la gara andrebbe in scena senza Mitchelton, Education First, Groupama, Ineos, Astana, Uae, Ag2r, Sunweb, Jumbo e Ccc.

Parigi-Nizza ancora di salvezza

Altre squadre stanno ricollocando i loro corridori, come ad esempio la Bora che presenterà Peter Sagan alla Parigi-Nizza. O ancora la Deuceunink che allineerà tre pezzi da novanta (Asgreen, Jungels e Stybar) al fianco di Julian Alaphilippe sulle strade della “corsa verso il sole”. La Parigi-Nizza, che scatterà domenica da Yvelines, compenserà così le assenze di quattro squadre di prima grandezza (Mitchelton, Ineos, Uae e Astana) che priveranno la prova francese di elementi del calibro di Bernal, Pogacar e Lopez. Romain Bardet, in un primo tempo destinato alle due corse italiane, sarà pure lui dirottato verso la Costa Azzurra ed è probabile che prima di domenica altri nomi importanti si aggiungano alla lista.

L'Unione ciclistica internazionale (Uci), confrontata alla vulnerabilità del suo sport di fronte ai virus, ha deciso una serie di misure che gli organizzatori dovranno implementare. In particolare, la distanza tra pubblico e corridori nelle zone di partenza e di arrivo dovrà essere aumentata.

Dal canto suo, la federazione francese ha aggiunto altre precauzioni. Ad esempio, i corridori non potranno più  firmare autografi, fare dei selfie, regalare borracce a fine tappa, mentre le cerimonie di premiazione saranno snellite, senza più la presenza delle miss e dei mazzi di fiori. I medici di una decina di squadre, preoccupati per l'incolumità del personale sotto il loro controllo, si sono detti favorevoli all'annullamento di tutte le competizioni. Senza per altro convincere il resto dei colleghi.

Per molte delle star del plotone è tempo di dimostare di sapersi adattare. A volte in maniera radicale, come nel caso di Arnaud Démare, confinato fino al 14 marzo nell'hotel degli Emirati Arabi Uniti, dove tre squadre sono tutt'ora in quarantena dopo la scoperta di alcuni casi di coronavirus.

È per altro vero che, per quanto i calendari stagionali vengano preparati nel corso dell'inverno, i ciclisti possiedono un'alta capacità di adattamento, cambiando programmi in base agli infortuni, alle variazioni di forma, alle bizze della meteo... «Dovremo adattare i nostri programmi e prevedere un numero maggiore di sessioni di allenamento, è una situazione spiacevole, ma uguale per tutti – osserva Vincent Lavenu, patron dell'Ag2r –. La campagna delle classiche del Nord è alle porte e il problema è di capire quanto dureranno gli effetti di questa epidemia. Oggi tocca all'Italia, ma domani?».

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