CICLISMO

Doping, Fuglsang indagato 'perché frequenta il dottor Ferrari'

Stando al giornale danese 'Politiken' il ciclista è indagato dalla Cadf con Lutsenko, suo compagno di squadra all'Astana. Il medico italiano: 'Bufala mediatica'

Dominatore alla Liegi-Bastogne-Liegi 2019, all'età di 34 anni
3 febbraio 2020
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Tempesta in vista sul ciclista danese Jakob Fuglsang, attualmente al secondo posto della classifica Uci. Il 35enne nato in Svizzera da genitori danesi, argento nella gara in linea ai giochi olimpici 2016 di Rio de Janeiro, è stato posto sotto inchiesta dall'autorità antidoping per i suoi presunti legami con l'allenatore italiano Michele Ferrari, dal 2012 bandito a vita dallo sport. Il caso è stato rivelato domenica dal quotidiano danese 'Politiken' che insieme ad altri media ha avuto accesso a un rapporto segreto redatto dalla Fondazione antidoping dell'Uci (Cadf). Con Fuglsang figura pure indagato il suo compagno di squadra Alexey Lutsenko, altro uomo forte dell'Astana a capo della quale c'è Alexander Vinokurov, già condannato per doping in passato quando a sua volta era stato cliente del dottor Ferrari. A corroborare l'accusa non ci sono né test antidoping né operazioni di polizia: secondo il rapporto citato da 'Politiken', Fuglsang è finito al centro dell'attenzione per i suoi incontri con Ferrari, e questo perché ogni collaborazione con il preparatore italiano è vietata sotto pena di sospensione.

Cosa scrive il giornale

“Fuglsang rientra nel sistema di dopaggio del dottor Ferrari, mentre Lutsenko era presente ad almeno un incontro tra loro a Nizza/Monaco”, cita il rapporto della Cadf pubblicato dal giornale. Da notare che il dottor Ferrari sarebbe stato presente anche al Giro di Catalogna 2019, al quale Fuglsang non ha partecipato. Durante la prima parte della scorsa stagione, il danese ha gareggiato in uno stato di grazia prolungato, tanto da dominare la Liegi-Bastogne-Liegi, il più grande successo della sua carriera conseguito all'età di 34 anni. Quattro giorni prima aveva rivaleggiato con Alaphilippe in cima al muro di Huy, nonostante l'handicap di peso, al traguardo della Freccia Vallone.

Come replicano il ciclista (tacendo) e la squadra

Sul proprio sito web, Michele Ferrari parla di "bufala mediatica. Non ho rapporti con gli atleti dell'Astana da dieci anni", ha scrittoi smentendo i punti sollevati da 'Politiken': "Non vado a Monaco/Nizza da almeno dodici anni, non sono mai stato su uno scooter/motocicletta in vita mia, non ho mai partecipato al Tour di Catalogna 2019", ecc. La spiegazione? "Il rapporto si basa su testimonianze false provenienti da parti probabilmente interessate". Dal canto suo Fuglsang, che sta partecipando a un allenamento in quota a Tenerife, tace. Il team kazako, contattato dai giornalisti danesi e norvegesi che hanno avuto accesso al rapporto, inizialmente ha ritenuto di non dover rispondere a quelle che ha descritto come accuse basate su voci. Quindi ha reagito sul suo sito web: "La squadra chiede a tutti i suoi corridori di rispettare in ogni momento tutti gli obblighi del regolamento antidoping, compreso il divieto di essere associati a persone o medici vietati. Inoltre non collabora con medici sospetti, quale  il dottor Michele Ferrari". Astana ha dichiarato di essere in contatto con Uci e Cadf "per ulteriori informazioni. Per il momento non è stato avviato alcun procedimento contro alcun nostro corridore”. Astana si dice convinta che se il Cadf avesse avuto prove di irregolarità, “un procedimento disciplinare sarebbe stato immediatamente avviato". Fuglsang, che quest'anno preferisce il Giro d'Italia (maggio) al Tour de France, rimane quindi autorizzato a correre.

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