TIRO

Giochi della Gioventù, Jason splendido bronzo nel tiro

Il 18enne Solari terzo nella rassegna olimpica di Buenos Aires nella competizione con la pistola ad aria compressa: ‘La volevo, questa medaglia’

Ritratto a Buenos Aires con il bronzo al collo
11 ottobre 2018
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Giornata memorabile, quella di ieri, per il tiro di marca ticinese, balzato agli onori della cronaca grazie alla medaglia di bronzo messa al collo dal ‘cecchino’ dei Tiratori della Greina Jason Solari, con la pistola ad aria compressa. Una medaglia che il 18enne ha fortemente voluto e brillantemente conquistato, facendo prova di nervi d’acciaio nei momenti di maggiore difficoltà.

Dopo i primi cinque colpi della finale, Jason vantava cinque “nove”, valsigli la momentanea sesta posizione. Altri atleti avrebbero tremato, a fronte di un risultato solo discreto ma non eccezionale, ma non Jason, che una volta di più ha fatto prova di nervi d’acciaio. Nella seconda serie di cinque tiri, con 50.7 punti è risalito fino al secondo posto. Ha poi “ballato” tra la seconda e la terza posizione, con il bronzo rimasto a lungo in pericolo. Un “dieci” al diciannovesimo colpo lo ha portato al quarto posto. Il penultimo colpo è stato quello che gli ha permesso di conquistare il bronzo: un 10.7 con il quale ha messo tra sé e il kazako Eldar Imankulov tre decimi di punto. Per Jason un totale di 215.6 punti. Il titolo olimpico è andato all’indiano Saurabh (244.2), argento al coreano Yunho Sung (236.7).

«A un certo punto sono risalito fino al terzo rango – ricorda il malvagliese – poi il kazako mi è balzato davanti. “Ennò, mi sono detto, a questo punto la medaglia la voglio io”. Così, con il colpo successivo sono tornato davanti. A ben vedere, l’argento non era poi così lontano, ma ero davvero “cotto”, nel finale di gara. Competizioni come queste ti prosciugano, mentalmente e fisicamente. Forse ai più può non sembrare vero, ma posso assicurare che questa disciplina è durissima: concentrazione, ansia, immobilismo... è davvero tosta». La freddezza che contraddistingue Jason nelle gare che più contano e che viene fuori nei momenti di difficoltà, quando altri potrebbero cedere sul piano nervoso, era già emersa nelle qualificazioni. Nonostante i 93 punti nella fase iniziale, non si è scomposto. Ha portato avanti il proprio programma con grande calma, portandosi in finale (riservata ai migliori otto) con autorità (quarto rango, 570 punti). «È in quel frangente che ho davvero pensato di poter ambire a una medaglia. Ad onor del vero, il pensiero lo avevo già fatto prima di partire per l’Argentina. Le sensazioni buone sono giunte grazie al primo posto ottenuto agli Europei, e in seguito con il successo (non complicatissimo, invero) delle qualificazioni interne svizzere. Inizialmente, nei duri allenamenti affrontati in fase di preparazione, pensavo solo di andare ai Giochi per fare un buon risultato. Nell’imminenza della scadenza olimpica, però, mi sono convinto che una medaglia fosse alla portata, anche alla luce dei risultati ottenuti dagli altri atleti che sarebbero stati presenti».

Un traguardo di assoluto prestigio, tagliato grazie a una preparazione giunta a buon fine. «Sono tiratore dal 2012, da due anni sono nel giro della Nazionale. Mi alleno lunedì a Bellinzona (stand 10m) e martedì a Faido (tutte le distanze, anche se in inverno non si tira), dopo il lavoro. Mercoledì lavoro con il preparatore atletico ad Ambrì: resistenza, forza...».

Oggi un’altra gara. «In coppia, con una ragazza di un’altra nazione. La coppia nasce in base ai risultati: mi sono qualificato alla finale come quarto, per cui dovrei essere affiancato a una ragazza con un punteggio non straordinario». In palio, un titolo misto.

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