Mondiali di Mtb

A rotta di collo giù dai monti

Il losonese Stefano Moser in gara oggi nella prova juniores di downhill: ‘Percorso impegnativo, sogno un posto nei 40’.

7 settembre 2018
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Lenzerheide – Vi è mai passato per l’anticamera del cervello di prendere una bicicletta e buttarvi giù a capofitto da un sentiero di montagna, tra alberi, radici e sassi, raggiungendo velocità tra i 60 e gli 80 km/h? Potreste rispondermi che non avete la propensione al suicidio. Eppure, quella del downhill è una disciplina praticata da un numero crescente di appassionati, come dimostra l’interesse suscitato in questi giorni qui nei Grigioni. Tra questi amanti dell’adrenalina pura vi è anche il ticinese Stefano Moser che questa mattina alle 10.37 in punto scatterà nelle qualifiche della categoria juniores. Classe 2000, di Losone, Moser è alla sua prima esperienza a livello mondiale... «Ho ricevuto la convocazione soltanto settimana scorsa. Penso che i responsabili della federazione abbiano preso questa decisione sulla base del terzo posto ai Campionati svizzeri ottenuto in estate a Gstaad. Per fortuna l’Agie, la ditta per la quale lavoro, mi ha concesso un permesso. Si sono mostrati tutti molto entusiasti, tant’è che al rientro dovrò scrivere un articolo per il giornale interno della ditta».

Ieri avete sostenuto la prima sessione di allenamento lungo un tracciato di 2,2 km con un dislivello di 413 metri e una pendenza media del 18%... «Devo ancora trovare le giuste linee su più passaggi. La pista è molto difficile, d’altra parte siamo a un Mondiale. Alcuni salti sono effettivamente impegnativi. L’ultimo, quello che immette sul traguardo, è più spettacolare che altro. Prima di affrontarlo, una piccola chicane ti costringe a togliere velocità, per cui non c’è il rischio di andare troppo lontano. Assai più impegnativo è il penultimo: se lo prendi troppo lungo sei costretto ad atterrare già in curva. Per il momento io rimango un po’ più corto, ancora non mi fido ad andare al massimo. Comunque, tutti i salti impegnativi hanno quella che in gergo si chiama la “chicken line”, la linea del pollo, vale a dire una corsia che passa di lato evitando il salto. È ovviamente più sicura, ma si perde anche molto tempo. Per come l’ho vista e provata, mi sembra una pista molto veloce: i distacchi saranno ridotti, per cui i dettagli faranno la differenza, ogni minimo errore comporterà la perdita di diverse posizioni in classifica».

‘Grazie al 981 Gravity Racing’

Siamo a un Mondiale, parliamo di obiettivi... «In primo luogo punto a qualificarmi per la finale dei migliori 60. È la mia prima esperienza a un Mondiale, per cui non conosco benissimo il livello degli avversari, ma ritengo che la qualifica sia ampiamente alla mia portata. Se la dovessi centrare, domenica in gara vorrei inserirmi tra i primi 40». In Ticino il downhill non è una disciplina molto praticata, tant’è che non vi sono vere piste sulle quali allenarsi. Come è nata la passione per la discesa? «Andando in bicicletta con i miei genitori fin da piccolo. Ho iniziato a gareggiare con le Bmx, poi sono venuto a conoscenza della nascita del 981 Gravity Racing, il team creato dal 981 Bike Shop di Solduno. Mi sono aggregato a loro tre anni fa, siamo una decina di ragazzi e ragazze che fanno della competizione in varie categorie con e senza licenza». E se in Ticino non ci si può allenare, a maggior ragione è impossibile allestire delle competizioni. Ciò significa che per gareggiare occorre “emigrare”... «In Svizzera vi sono quattro o cinque gare all’anno, in particolare in Vallese o nei Grigioni. Per il resto si corre soprattutto in Germania, Austria e Repubblica Ceca. Il calendario stagionale è composto da una decina di competizioni, per un impegno di tempo piuttosto elevato, visto che a ogni trasferta occorre sacrificare un weekend, se non addirittura un weekend lungo». In questo caso, addirittura una settimana, ma il santo vale la candela perché non capita tutti i giorni di poter prendere parte a un Mondiale sulla porta di casa...

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