Super Bowl: l’anello in mano alle difese

Quando sotto il centro puoi schierare Tom Brady, parti sempre favorito, a prescindere da tutto e da tutti. E allora, stasera a Minneapolis (mezzanotte e mezza su lunedì ora svizzera) nella 52ª edizione del Super Bowl, la squadra da battere sarà ancora una volta New England, alla sua decima esperienza, l’ottava dal 2002 (cinque vittorie) nella finale delle finali. Il destino di Philadelphia (terza apparizione, due sconfitte) sembra scontato, ma sarà davvero così? Sono parecchi gli aspetti della sfida che lasciano aperto più di uno spiraglio agli Eagles. Tanto per cominciare, in finale i Patriots non sono mai stati dominanti, tant’è che nelle cinque vittorie di Brady il margine medio di vantaggio è stato di 3,8 punti, compreso il miracolo dello scorso anno quando recuperarono 25 punti ad Atlanta prima di imporsi all’overtime. A far supporre che la partita sarà piuttosto serrata non vi sono soltanto i precedenti, ma anche le caratteristiche delle due squadre. L’infortunio di Brady alla mano (12 punti di sutura, ora tolti, prima della semifinale) è acqua passata, ma la commozione cerebrale subita nella stessa partita da Gronkowski (ritenuto abile a giocare) potrebbe rappresentare un problema per il tight-end più dominante della Lega (e bersaglio preferito di TB12). Ma, forse, questa visione troppo “bradycentrica” della partita può essere fuorviante. Sì, perché è molto probabile che a decidere tra vittoria e sconfitta non sia il quarterback più grande di tutti i tempi, quanto la sua difesa, tutt’altro che impenetrabile. Moltissimo, infatti, dipenderà da Malcom Buttler e compagni, dalla loro capacità di fermare l’attacco degli Eagles, basato sulla “Rpo”, la “run pass option”, la nuova tendenza del football offensivo che coach Pederson ha saputo esaltare con la sua squadra, grazie in particolare a un potente gioco di corsa incentrato su LeGarrette Blount e su Jay Ajayi.

L’efficacia della “Rpo” ha permesso a Philadelphia di sopperire all’infortunio del quarterback Carson Wentz (era in corsa per l’Mvp) e di affidare la squadra alla sua riserva Nick Foles, cresciuto di settimana in settimana fino a una semifinale praticamente perfetta contro Minnesota. Se la “Rpo” permettesse agli Eagles di gestire l’ovale, lasciando Brady seduto in panchina, le possibilità di una clamorosa sorpresa aumenterebbero. Anche perché in attacco i Patriots dovranno vedersela con la quarta miglior difesa della Lega (quella di New England è la 29ª), ciò che dovrebbe limitare i campioni in carica a un numero di punti segnati piuttosto basso, per quanto le due squadre abbiano chiuso la stagione al secondo e terzo posto nella speciale classifica (458 punti a 457 per i campioni, media di 28,6 a partita). Per Foles quella di domani sera potrebbe essere l’apoteosi di una carriera che ha rischiato di chiudersi già qualche anno fa. Dopo una grande stagione da rookie proprio a Philadelphia, seguita da un infortunio e da infruttuosi tentativi di rilancio a St. Louis e Kansas City, il 29enne texano aveva pensato di appendere il casco al chiodo. Gli Eagles lo avevano però richiamato per fare da backup a Wentz, al quale è subentrato dopo l’infortunio del titolare lo scorso 10 dicembre. Partita dopo partita si è scrollato di dosso la ruggine e ha ritrovato il suo miglior football. Adesso spera di diventare il secondo quarterback dopo Eli Manning a strappare il Vince Lombardi Trophy dalle mani di Tom Brady. Sogno o realtà? Lo scopriremo stanotte.

Sta diventando tradizione l’impegno di Radio Fiume Ticino per il Super Bowl. Anche quest’anno la partita verrà commentata sulle frequenze radiofoniche da Angelo Chiello e dai suoi ospiti, tra cronaca, gossip e musica. Un modo alternativo per gustarsi la 52ª finale delle finali.