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La guerra del whisky, senza feriti e senza morti

Su LaRegione: chiusa la contesa territoriale fra Canada e Danimarca; PolCom Locarno, ipotesi interim; l’Ungheria e il calcio d’oggi; Wimbledon e potere

22 giugno 2022
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Una guerra decisamente meno violenta, forse la migliore delle guerre, quella dove non è morto nessuno. È quella "del whisky", una contesa territoriale fra Danimarca e Canada sull’Isola di Hans, poco più di un grande scoglio chiusa recentemente dopo quasi mezzo secolo, dopo decenni di dispetti a colpi di bandiere e bottiglie.

L’emorragia di agenti nella PolCom di Locarno continua da tempo. Dopo la decisione del Municipio di avviare un’inchiesta amministrativa, il presidente del Ppd Marco Pellegrini propone di passare, ad interim, il dicastero al sindaco Alain Scherrer.

 

Contro le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici, un certificato antimafia per le imprese. Il deputato al Nazionale Marco Romano chiede al Consiglio federale di valutare l’introduzione del documento.

All’Inghilterra calcistica brucia ancora il 0-4 rimediato in Nations League dall’Ungheria: nulla, tuttavia, in confronto al leggendario 6-3 a Wembley del 25 novembre 1953. Il giorno in cui la Nazionale magiara, l’Aranycsapat (la Squadra d’oro), inventò il calcio moderno.

Una delle conseguenze del fascino di Wimbledon è il suo potere. Un paio di mesi fa ha annunciato che - in seguito all’invasione dell’Ucraina - i tennisti e le tenniste russi e bielorussi non sarebbero stati ammessi al torneo, decisione in cui ha avuto un ruolo la politica. Atp e Wta hanno risposto togliendo i punti e inguaiando molto giocatori.

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