Impact Journalism

Un fertilizzante umano

Dentro Greenport
24 giugno 2017
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Se gli alberi di banana dello Zoo di Zurigo sono particolarmente lussureggianti, è grazie a un fertilizzante con un ingrediente insolito: feci umane. Nella primavera del 2016, i dipendenti dello zoo hanno sgomberato un boschetto di bambù nella cosiddetta foresta pluviale di Masaola per piantare gli alberi. Nel giro di pochi mesi gli alberelli hanno raggiunto un’altezza impressionante, producendo una grande abbondanza di frutti. “Ci siamo veramente sorpresi della rapidità con cui le piante mettevano radici”, racconta Martin Bauert, curatore dell’area tropicale dello Zoo di Zurigo.

La ragione di questa rapida crescita ha un nome: terra preta, che in portoghese significa terra nera. Si tratta di un substrato particolarmente fertile creato a partire da compost, carbone di legna (biochar) e feci umane.

Lo zoo ha iniziato a sperimentarne l’uso circa 18 mesi fa e, come dice Bauert, “la vegetazione è enormemente migliorata”. In futuro, l’intera foresta pluviale artificiale sarà basata su terra preta. E presto il nero terriccio fertilizzerà anche il parco degli elefanti dello zoo. Gli animali andranno quindi a spasso su terreni contenenti escrementi umani. E non troveranno da ridire: terra preta odora di tutto tranne che di qualcosa di disgustoso.

Tobias Müller lo sa di prima mano. Nel 2015 questo carpentiere, inventore e factotum ha unito le proprie forze con quelle dei suoi amici Marc Haueter, Torsten Much, e Anja Lippuner per fondare Greenport, l’azienda che fornisce allo Zoo di Zurigo il fertile substrato. “Volevamo rompere alcuni tabù non i nostri prodotti”, spiega Müller. È un ciclo totalmente naturale, dice. Le feci si trasformano in suolo e l’urina in fertilizzante, il che a sua volta serve da base per la produzione di cibo.

Per ottenere la materia prima, il team di start-up ha sviluppato una toilette mobile a secco, la Greenport. Müller, 38 anni, apre la strada attraverso il magazzino dell’azienda, un vecchio granaio a Birmensdorf, vicino a Zurigo. Qui le toilette sono assiepate, in una varietà di modelli: dalla cabina singola all’orinatoio doppio, oltre alla versione accessibile alle sedie a rotelle. Vengono affittate per concerti all’aria aperta, mercati, fiere o ricevimenti nuziali.

Fatte a mano con tronchi di abete, le toilette emanano un senso di rustica confortevolezza, di cui invece mancano i più economici modelli in plastica della concorrenza. “Volevamo creare una latrina che desse una sensazione familiare, insomma, una toilette con charme.”

Le deiezioni umane cadono in un contenitore, che l’équipe di Müller porta a un impianto di pirolisi. La pirolisi è la decomposizione chimica di materiali organici tramite l’applicazione di calore. La materia ricca di nutrienti viene esposta a temperature fino a 800 °C. Ciò distrugge microrganismi tossici, virus e ormoni ma lascia intatti i nutrienti e gli elementi in tracce. Il processo produce carbonella (biochar) con un’alta capacità di immagazzinamento, che estrae sostanze tossiche dal suolo e al tempo stesso cede al suolo acqua e anidride carbonica. Il biochar viene quindi integrato con del composto e microrganismi del suolo per ottenere la terra preta.

Ritorno alla natura

“Riportiamo le deiezioni umane all’ambito a cui appartengono: la natura”, dice Tobias Müller. Greenport pratica in miniatura ciò che la scienza ha cercato di fare su una scala molto più grande: recuperare dei fanghi dei liquami sostanze utilizzabili. Gli esseri umani hanno bisogno di trovare un modo per rendere i rifiuti corporei più produttivi, rileva Müller.

Secondo uno studio dell’Ufficio federale dell’ambiente, seimila tonnellate di fosforo - un nutriente essenziale per la produzione di fertilizzanti - potrebbero essere recuperate ogni anno da fanghi e ceneri di fanghi. Tuttavia, la base legale per il riciclo in grande quantità finora non esiste. Müller la definisce “una pazzia ecologica”.

Per il momento, la produzione annuale di terra preta è limitata a 200 metri cubi. Un anno e mezzo dopo la fondazione di Greenport, gli investimenti iniziali sono stati ammortizzati, e Müller punta ora alla creazione di un network di partner con diramazioni in tutta la Svizzera.

Un’idea degli ìndio

L’idea di Greenport è nata sette anni fa, di fronte a un terreno con il primo strato morto. “Volevo rigenerarla in un arco di tempo ragionevole”. Müller fece qualche ricerca su Internet e si imbatté in suolo scuro fertile che un tempo aveva assicurato la sopravvivenza delle popolazioni indigene nel bacino del Rio delle Amazzoni: terra preta de índio - terra nera degli indios. Una miscela di carbonella, composto, ossa, lische di pesce e feci umane. Müller ne trasse ispirazione e iniziò a sperimentare. “Stiamo mettendo a frutto un know-how accumulato in migliaia di anni, ma andato successivamente perduto.”

Ma cosa farete invece dell’urina? La risposta è stata trovata lo scorso anno, all’Istituto federale svizzero di scienza e tecnologia acquatica (Eawag) di Dübendorf, una diramazione Politecnico federale di Zurigo. L’Istituto ha lanciato un prodotto di nome Aurin, un fertilizzante a base di urina, nel febbraio 2016. Greenport ora fornisce il materiale grezzo liquido ed Eawag si prende cura del processo biologico. Dieci litri di urina danno circa mezzo litro di fertilizzante di alta qualità per piante. “Era l’unico pezzo del puzzle che ancora mancava”, annota Tobias Müller. E ha aiutato a creare quella che presumibilmente è la latrina più eco-friendly al mondo.

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