Auto e moto

Kia Sportage

Il design originale della nuova Sportage fa sì che non passi inosservata, specie con il pacchetto opzionale ‘GT-Line’
27 luglio 2016
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Il segmento dei Suv vive un momento quanto mai favorevole. Se un tempo le coreane rappresentavano la scelta più povera, oggi dimostrano di saper rivaleggiare con le protago­niste su pressoché tutti i fronti. Mantenendo un rapporto qualità/prezzo inarrivabile per la concorrenza.

Le auto coreane (del Sud) non se le filava quasi nessuno vent’anni fa. E non sarebbe potuto andare diversamente visto che avevano appena messo piede nel vecchio continente con prodotti che, nonostante il prezzo concorrenziale e numerosi anni di garanzia offerti, non erano particolarmente attrattivi. La situazione è però cambiata molto repentinamente: ora Europei e Giapponesi non dormono più sonni tranquilli a causa di automobili come la Kia Sportage, protagonista della nostra prova. “Risparmio” non è più un aggettivo che salta in mente a chi la guarda: le linee sono ricercate, con un frontale massiccio che mostra con fierezza la griglia dall’inconfondibile disegno Kia, una linea di cintura alta ed un tetto che degrada verso la larga coda, quasi più da crossover che da Suv. La versione GT-Line è ulteriormente valorizzata da alcuni dettagli quali i cerchi in lega da 19 pollici, i vetri oscurati, i fari fendinebbia a “cubetti di ghiaccio” e il doppio scarico, mentre all’interno si distingue fra le altre cose per i sedili in pelle riscaldabili ed addirittura ventilati, dal volante multifunzione in pelle e dalla pedaliera in alluminio.
Di risparmio ve n’è ben poco anche nell’abitacolo visto che i materiali sono piacevoli al tatto e danno l’idea di solidità;  vi sono inoltre diversi scomparti (incluso quello per la ricarica induttiva dello smartphone) e portabicchieri, tutti col fondo in gomma. Ordinata ed intuitiva la console centrale che incorpora i comandi della ventilazione e del comfort dei sedili oltre alle funzioni base dell’impianto multimediale; quest’ultimo è semplice da usare anche se il navigatore bisogna per forza impostarlo col touchscreen, il che durante la guida è un po’ laborioso rispetto a poterlo utilizzare con dei comandi fisici. Molto buona l’abitabilità posteriore dove spazio non ne manca nemmeno per il terzo passeggero al centro. Grazie alle due bocchette di ventilazione e al riscaldamento dei sedili l’ambiente sarebbe veramente premium se non fosse per la copertura in plastica rigida sul retro dei sedili anteriori, leggermente sottotono. Qualche appunto lo si può fare anche al bagagliaio: manca qualche tasca per gli oggetti piccoli ed è pure assente il varco portasci nel sedile centrale, mentre qualità dei materiali e spazio di carico (anche coi sedili abbattuti) sono ineccepibili.
Alla guida abbiamo potuto apprezzare il motore più potente dell’intera gamma, ovvero il duemila turbodiesel da 185 cavalli abbinato al cambio automatico a 6 rapporti (disponibile anche la versione depotenziata a 136 cavalli col cambio manuale). Robusto nell’erogazione e con una coppia ben spalmata, è anche piuttosto silenzioso e soprattutto senza la tonalità tipica dei quattro cilindri a gasolio, rendendolo la scelta perfetta per la Sportage. Peccato solo che il consumo di carburante risenta della sezione frontale alta e delle 4 ruote motrici, attestandosi poco sotto i 9 litri per 100 km. In alternativa, sempre con la trazione integrale, c’è il 1.6 turbo a benzina da 177 cavalli, mentre chi si accontenta di due sole ruote motrici potrà optare anche per motorizzazioni meno potenti. Tornando alla vettura in prova, siamo invece meno entusiasti del cambio: si tratta di un classico automatico a convertitore di coppia, vellutato e piacevole quando si guida tranquilli, ma troppo lento e cocciuto soprattutto in scalata quando si alza il ritmo. Peccato, perché altrimenti dinamicamente la Sportage sa essere divertente grazie all’azzeccata taratura delle sospensioni e ad uno sterzo dalla giusta pesantezza e dalla buona velocità di risposta.
Una buona stradista sotto ogni aspetto grazie alla già citata spaziosità, alla buona silenziosità (tranne qualche piccolo fruscio proveniente dagli specchietti a velocità autostradale) e ad una percezione di buona qualità nel suo complesso. In più, le 4 ruote motrici e la sufficiente altezza da terra le danno una certa disinvoltura anche nel leggero fuoristrada. Unitelo ad una dotazione veramente completa (la GT-Line ha proprio tutto quello che potreste desiderare su un’automobile premium) e sarà evidente che il prezzo di 44’950 franchi, anche senza considerare i 7 anni di garanzia di fabbrica, è un affare. Oltre che a vantare un ottimo rapporto qualità prezzo.

Scheda tecnica

Versione2.0 CRDi GT-Line 4WD
Motore4 cilindri, 2 litri, turbodiesel
Potenza185 cv
Coppia400 Nm
TrazioneIntegrale
CambioAutomatico, 6 rapporti
Massa a vuoto1’690 kg
0-100 Km/h9,5 secondi
Velocità massima201 km/h
Consumi5,3 l/100 km (dichiarato)
PrezzoDa 44’950 Chf
Ideale perNon essere più la coreana di una volta
Si distingue perL’eccellente rapporto qualità/prezzo

 

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