La formica rossa

Polifemo nel cantone di Nessuno, niente, mai

Sarà stata l’astuzia di Ulisse a ispirare i municipali di Lugano durante gli interrogatori condotti dalla Procura?

Un’Odissea alla luganese
(Ti-Press)
13 dicembre 2021
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“Aiuto, aiuto, Nessuno vuole uccidermi”, urlava Polifemo dalla sua caverna, dopo che Ulisse aveva ficcato una lancia nel suo unico occhio per fuggire con i suoi uomini. Sarà stata l’astuzia dell’eroe di Itaca a ispirare i municipali di Lugano durante gli interrogatori condotti dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta per la demolizione dell’ex Macello? A rileggere durante il fine settimana le motivazioni date dal procuratore generale Andrea Pagani per giustificare il suo decreto di abbandono, l’idea di un’Odissea alla luganese non risulta poi così stravagante: Nessuno ha dato l’ordine di abbattere “tutto” il centro sociale del Molino (“claudicante passaggio d’informazioni”); Nessuno ha chiamato le ruspe alcune ore prima che gli autogestiti occupassero il Vanoni (“errore di compilazione da parte della ditta”); Nessuno, insomma, ha infranto la legge nella notte tra il 29 e il 30 maggio 2021. Un certo Juan José Saer, come Omero, potrebbe a questo punto darci il benvenuto nel cantone di Nessuno, niente, mai.

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