laR+ IL COMMENTO

Il ciclo infinito dei riferimenti circolari

Stanco di vedere il Plrt provare a scimmiottare l’Udc, per il potere economico sembra essere giunto il momento di (ri)affidarsi all’originale

In sintesi:
  • Viviamo in un Cantone governato secondo i diktat scaturiti dai fogli di calcolo
  • Marchesi, Morisoli e perfino Il Mattino sanno bene a che gioco stanno giocando
Cambiare cavallo (perché nulla cambi)
(Ti-Press)
16 aprile 2025
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In Excel i cosiddetti ‘riferimenti circolari’ – spiegano gli esperti sui vari blog di statistica – si verificano quando una formula fa riferimento a se stessa. Così facendo si crea, direttamente o indirettamente, quello che i matematici chiamano un ‘ciclo infinito’. Il vero problema si pone soprattutto quando i riferimenti circolari non vengono identificati come tali: in questi casi i dati ottenuti diventano inaffidabili perché basati su informazioni errate. E tutto ciò, in fin dei conti, comporta il rischio di prendere delle decisioni sbagliate. Rischio particolarmente elevato in un Cantone come il nostro, governato secondo i diktat scaturiti dai fogli di calcolo.

I primi a ragionare in maniera inconsistente sullo stato di salute delle finanze pubbliche, forse inconsapevolmente – “Non lo sanno, ma lo fanno”, direbbe qualcuno –, sono i vertici delle associazioni economiche cantonali. Sia Andrea Gehri (Camera di commercio), sia Oliviero Pesenti (Aiti) si dicono inorriditi di fronte a uno Stato che spende “troppo e male soldi che sono nostri”, ai “conti sfuggiti di mano”, al debito pubblico che “è esploso”. Affermano che negli ultimi decenni la spesa pubblica è cresciuta in maniera smisurata. Anche il paragone tra il livello di gonfiore della “rana” statale e l’evoluzione del Pil è, ai loro occhi, impietoso. Così, concludono, i disavanzi diventano cronici “e si va a sbattere dritti contro un muro”.

Fatto sta che si annida proprio qui il palese riferimento circolare: i disavanzi pubblici, la crescita della spesa e l’incremento del debito pubblico includono, nella loro reale formula di calcolo, i margini di redditività di una buona parte delle imprese attive in Ticino. Ecco il paradosso: il livello dei profitti (privati) che le corporazioni economiche pretendono difendere viene garantito (dallo Stato) attraverso la socializzazione dei costi derivanti dalle disfunzionalità del mercato del lavoro.

Come si spiega sennò che a Berna (grandi conoscitori di Excel) ridano in faccia ai politici ticinesi ogni volta che vanno a piangere miseria sulla perequazione? Un altro esempio di riferimento circolare: il Pil pro capite e il potenziale fiscale del Cantone sono tra i più alti della Confederazione. Che poi gran parte di questa ricchezza venga prodotta grazie allo sfruttamento della manodopera frontaliera a basso costo (con tutte le distorsioni del caso sui salari dei residenti), e che lo Stato sia chiamato a garantire al potere economico un'infrastruttura notevolmente più ampia e onerosa rispetto al gettito che ricava, non è infatti una colpa della politica federale.

Ma tutto ciò agli ambienti economici ticinesi pare importare poco: la loro pazienza è finita. Dai veementi interventi andati in scena di recente emerge nitido un aspetto: la volontà di cambiare cavallo in Consiglio di Stato. Punto. Stanchi di vedere il Plrt provare a scimmiottare l’Udc, per il mondo economico sembra essere giunto il momento di (ri)affidarsi all’originale. Lo slogan? Piero Marchesi al governo, Sergio Morisoli al potere. Infatti Marchesi, Morisoli e perfino Il Mattino sanno bene a che gioco stanno giocando: ecco perché il presidente democentrista (si veda il suo contributo qui) – spalleggiato dal candidato unico a diventare il suo portaborse – si presta con solerzia in questi giorni all’operazione “riesumazione” di Marina Masoni. Figura tutt’a un tratto tornata in auge per le sue “idee, visioni, progetti”, e un po’ meno per il Fiscogate e le fondazioni di famiglia fuori cantone.

Lo spiegano gli esperti: l’effetto più nefasto dei riferimenti circolari è quello di creare, direttamente o indirettamente, un ciclo infinito.

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