laR+ IL COMMENTO

Se lo ‘slavo’ (non) commette crimini

Fa discutere la campagna elettorale dell’Udc, che associa una serie di reati a precise nazionalità. Interviene la Commissione federale contro il razzismo

In sintesi:
  • Eritrei e serbi accoltellatori, kosovari che vogliono mandare l’ex moglie al cimitero, siriani e nordafricani rapinatori: l’Udc associa reati odiosi a specifiche nazionalità. E scoppia la polemica.
  • La Commissione federale contro il razzismo chiede di ritirare la campagna. Per il partito è censura e replica: ‘Insinuazioni insopportabili’.
  • Insistere sulla sicurezza e favorire l’inclusione: una cosa non esclude l’altra. Flirtare con sentimenti che favoriscono diffidenza e pregiudizio è invece dannoso.
Messaggi utili o dannosi?
13 ottobre 2023
|

Venire al mondo nell’ex Jugoslavia alla fine del Ventesimo secolo non è stato il più grande dei colpi di fortuna. Poi le cose sono migliorate, per chi ha evitato l’inferno degli anni Novanta trovando ospitalità in Svizzera, ad esempio. Un Paese ammirevole sotto diversi punti di vista, a cominciare dall’equilibrio e dalla stabilità raggiunti dopo un plurisecolare cammino di difficile e laboriosa convivenza fra le sue diversità. Un Paese che è diventato casa e patria. Come qualsiasi altro al mondo, non un Paese perfetto.

‘Basta che non sei uno slavo’

Lo sa bene un bimbo di 9 anni, senza più la passione per l’hockey perché nello spogliatoio lo chiamano “slavo di merda”. Lo sa anche un 17enne che, perso l’ultimo bus il sabato sera, si fa dare un passaggio in auto da un politico oggi di grande peso, che indagando perché non parlasse dialetto sibila un poco rassicurante: “Basta che non sei uno slavo”. E lo sa pure un giornalista al quale a intervalli regolari un qualche interlocutore fa pesare il cognome. Fra i più degni di nota, un sindaco. In difficoltà per domande peraltro innocue su un progetto comunale, se ne esce con un elegantissimo: “Ma è sicuro di aver capito bene? No, perché il cognome non è dei nostri...”. Nel dubbio se mandargli lo screenshot del Master in letteratura e linguistica italiana o fargli notare che neanche il suo cognome è proprio super ticinés, il cronista incassa il colpo.

Per la Commissione federale contro il razzismo, la campagna è da ritirare

È il razzismo, bellezza. Per fortuna solo una minoranza è razzista, esplicitamente quantomeno. Ma fa riflettere che il partito di maggioranza relativa flirti regolarmente con questi sentimenti. Uno dei temi scelti dall’Udc per la corrente campagna per le elezioni federali è il legame fra criminalità e stranieri. Vero, ci saremmo tutti aspettati cartelloni nei quali leggere di quanto gli stranieri contribuiscano al benessere e al funzionamento del Paese. E invece, a sorpresa, nei manifesti ‘La nuova normalità?’ si elencano alcuni casi di cronaca specificando la nazionalità dei responsabili. “Europei del Sud aggrediscono un’anziana”; “serbo aggredisce uno svizzero con un coltello”; “siriano rapina una donna”: sono solo alcuni degli slogan tratti da notizie scelti dall’Udc. Una modalità comunicativa che, tanto per cambiare, ha scatenato polemiche facendo intervenire anche la Commissione federale contro il razzismo, che ha invitato a ritirare la campagna.

Udc: ‘Insinuazioni insopportabili’

Per i commissari, i contenuti “distorcono la realtà e fanno credere che in Svizzera solamente gli stranieri siano responsabili della criminalità”, contribuendo ad alimentare il sentimento di paura nei confronti dello straniero. I democentristi hanno respinto le accuse, parlando di “insinuazioni insopportabili”, ma focalizzandosi di più sul fatto che la richiesta sarebbe censoria e violerebbe le libertà costituzionali. La famosa ‘libertà’ che secondo taluni sarebbe assoluta e permetterebbe di dire e fare qualsiasi cosa. Sappiamo che per fortuna non è così.

Messaggio inutile, oltre che dannoso

Lo scopo della campagna è che “chi vuole che gli stranieri criminali vengano finalmente espulsi sistematicamente” voti Udc. Intanto, le norme sull’espulsione dei criminali stranieri sono già in vigore dal 2017 e a chi segue la cronaca giudiziaria non sarà sfuggito che vengono applicate regolarmente. Ma poi, non si capisce bene cosa si intenda con “sistematicamente”. Processi per direttissima o ancora meglio senza? Oltre che inutile, la campagna è anche dannosa. Un conto è dibattere, possibilmente in maniera ragionata e documentata, su crimini, delitti, autori e cause. Un altro associare reati odiosi a singole nazionalità fomentando diffidenza e pregiudizio. Scopo della politica, di destra o di sinistra che sia, è anche favorire costruttivamente l’integrazione e l’inclusione. Si può farlo, anche ergendosi a paladini della sicurezza. Ma questo non ci pare il modo. E scusateci la parolaccia.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE