laR+ IL COMMENTO

Quando uno ‘strumento’ diventa il miglior amico della ministra

Il vero problema non è il leggero disavanzo nei conti federali, ma la scelta della politica di rinunciare a ponderare variabili, contesto e priorità

In sintesi:
  • Il deficit complessivo della Confederazione alla fine del 2022 corrisponde allo 0,5% del Prodotto interno lordo, quello ordinario allo 0,2%
  • Non risulta esserci un tale disequilibrio strutturale delle finanze federali che renda indispensabile una maggiore disciplina fiscale
  • Da notare come ciò che è risparmio per le casse federali spesso si traduca in maggiori oneri per i Cantoni
Karin Keller-Sutter dirige il Dipartimento federale delle finanze dal 1° gennaio 2023
(Keystone)
23 febbraio 2023
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Mezzo punto di Pil. Il deficit complessivo della Confederazione alla fine del 2022 corrisponde allo 0,5% del Prodotto interno lordo. Detta così, qualcuno trova la notizia drammatica? Probabilmente no. Ancora meno quando ci si riferisce alla parte ordinaria del bilancio: in questo caso il rosso nei conti federali – tolti i 300 milioni "ammessi" quale deficit congiunturale secondo i meccanismi del freno all’indebitamento – rappresenta lo 0,2%.

Ora proviamo a riformulare la questione così come è stata presentata la scorsa settimana da Karin Keller-Sutter, direttrice del Dipartimento federale delle finanze: il deficit di finanziamento della Confederazione ammonta a 4,3 miliardi di franchi. Di questi miliardi, poco meno della metà (1,9) vanno a costituire per la prima volta dal 2005 un deficit strutturale. Tutt’altro effetto, vero?

Sono dunque queste le premesse – in valori assoluti – che hanno portato il Consiglio federale ad annunciare una serie di misure tese a "sgravare il bilancio del prossimo anno di quasi 1,6 miliardi di franchi rispetto all’attuale piano finanziario". Ovvero, ad applicare dal 2024 dei tagli alla spesa pubblica; tagli ai quali andrà ad aggiungersi una riduzione lineare del 2% sulle uscite "scarsamente vincolate" che permetterà al governo di risparmiare altri 500 milioni, per arrivare così a un preventivo conforme alle direttive del freno all’indebitamento.

Da notare come ciò che è risparmio per le casse federali spesso si traduca in maggiori oneri per i Cantoni. Cantoni che potrebbero venir chiamati per esempio a contribuire maggiormente, tramite una riduzione della loro quota sull’imposta federale diretta, alle spese per la custodia dei bambini complementare alla famiglia. Un’ipotesi che conferma i timori, espressi dalla ‘senatrice’ ticinese Marina Carobbio, che i tagli della Confederazione vadano a toccare "dei servizi e delle prestazioni".

Il disavanzo ordinario di 1,9 miliardi potrebbe, d’altronde, essere spiegato da certi tecnicismi (uno su tutti, le previsioni troppo elevate fatte nel 2020/2021 sui proventi relativi all’imposta preventiva che determinano una forte correzione nel 2022; nonché l’incremento delle richieste di rimborso di tale imposta dovuto all’abbandono da parte della Bns dei tassi negativi); elementi che smonterebbero piuttosto velocemente l’idea di un tale disequilibrio strutturale delle finanze federali che rende indispensabile una "maggiore disciplina fiscale". Insomma: dopo due anni di pandemia, una guerra in corso, la ricomparsa dell’inflazione e il cambio di paradigma della politica monetaria, un leggero disavanzo potrebbe addirittura essere considerato un buon risultato.

Ma il vero problema è un altro: riguarda la scelta della politica di rinunciare a esercitare il proprio compito di ponderare variabili, contesto e priorità. È grazie a ciò che certi valori assoluti, che in realtà significano poco o nulla, risultano determinanti all’ora di prendere delle decisioni. Ed è pure così che un mero strumento, come il freno all’indebitamento, acquisisce corpo e anima fino a diventare "il miglior amico di una ministra delle finanze" (Keller-Sutter dixit); ministra che a sua volta si autotrasforma in una figura quasi superflua, dal momento in cui tocca a certi automatismi condurre meccanicamente la politica economica del Paese.

N.B. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti in Ticino è puramente casuale.

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