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Plr, la candidatura di Alessandra Gianella è un guanto di sfida

Una lista forte da parte liberale radicale è uno sprone per tutte le forze politiche, perché la crisi morde e fuori dal Palazzo i timori si moltiplicano

In sintesi:
  • Le elezioni saranno un test per l'interclassismo del Plr
  • La spada di Damocle del preventivo 2023
  • Il Plr sarà ancora più realista del re o cambierà attitudine?
La capogruppo Plr
(Ti-Press)
5 ottobre 2022
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La volontà del Plr di correre con una lista forte alle prossime elezioni cantonali è una decisione che fa bene ai liberali radicali e un guanto di sfida gettato agli altri partiti. L’intervista con cui la capogruppo liberale radicale in Gran Consiglio Alessandra Gianella ufficializza la propria candidatura, che pubblichiamo oggi, mostra un Plr che vuole tornare a essere forte e che ha l’intenzione di essere nuovamente rappresentativo di buona parte della società. Dal porsi questo obiettivo al raggiungerlo la strada potrà essere lunga e impervia, ma il fatto che il partito di maggioranza relativa in parlamento mostri l’ambizione di migliorare, crescere ed essere ancora più presente è uno sprone non da poco per tutti.

Il non considerare una coperta di Linus - o peggio, un alibi - l’avere un consigliere di Stato uscente e ricandidato che regge il Dipartimento finanze ed economia mostra un partito che almeno negli intenti vuole mostrarsi forte in un contesto che, comunque, non lo favorisce.

Le ricette liberali radicali saranno sufficienti?

Inflazione, carovita, esplosione dei premi di cassa malati, costi in aumento per luce e riscaldamento preoccupano sempre più la popolazione. Un Plr che, per stessa definizione di Gianella, negli ultimi anni è stato visto come "guastafeste" o guardiano dei conti avrà risposte sufficienti per le emergenze di chi nel ceto medio e medio-basso soffrirà maggiormente questi incrementi? Le prossime elezioni porteranno davvero a un rifugio nella responsabilità o a un esacerbarsi degli estremi? È una sfida non da poco per il Plr, che dovrà mettere alla prova il proprio interclassismo finora molto sventolato come bandiera, ma poco recepito a livello di società. Le proposte, come quelle per l’energia indigena, la deducibilità dei premi di cassa malati o per il trapasso delle Pmi, non sono mancate. Ma molti, ancora, si fermano agli sgravi fiscali per i ricchi, come se fosse questa l’unica identità, l’unico marchio liberale radicale. È evidente, e ci sta, che ci sia quel "gioco politico" cui si riferisce Gianella rispondendo alla nostra domanda. Ma se questa lista forte vorrà (e dovrà) pescare molto da fuori, occorre una riflessione su come far passare meglio certi messaggi a tutta la società.

Lo spettro della manovra di rientro

In più, la spada di Damocle di un preventivo per il 2023 che preoccupa molto l’intero parlamento pende sui liberali radicali: essere, ancora, più realisti del re o modificare un po’ la propria attitudine quando si parla di finanze? Il Plr ha dichiarato che non vuole ridurre gli aiuti a chi fa già fatica. Ma stando a quanto dice Gianella, e ricordando le parole di Claudio Zali nella conferenza stampa di presentazione del preventivo, si evince che se non caleranno le proposte che incidono sulla diminuzione delle entrate, e a furia di accumulare passivi, prima o poi si dovrà agire da qualche parte. Riassunto: si dovrà procedere a una manovra di rientro. E sappiamo tutti cosa voglia dire.

Sono temi, quelli elencati finora, su cui in campagna elettorale si scontreranno visioni di società alle volte anche agli antipodi. Avere un Plr che non pare limitarsi al compitino di rieleggere l’uscente renderà ancora più importante per sinistra, centro e destra arrivare con proposte compiute, attuabili, concrete. E dare così agli elettori tutti gli strumenti per capire come i partiti intendano, davvero, superare questa crisi. Sapendo che fuori dal Palazzo i timori si stanno moltiplicando.

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