Commento

Il futuro dei media? Giocando bene (prima o poi) si vince

La bocciatura del pacchetto di aiuti ci costringe ad andare avanti senza rete di protezione: sarà vertiginoso, ma stimolante

Per la stampa la sfida è enorme
(Ti-Press)
14 febbraio 2022
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Nel mondo del calcio c’è un vecchio dibattito: è meglio vincere a ogni costo, oppure privilegiare il bel gioco indipendentemente dal risultato? Marcelo Bielsa, saggio del pallone, sostiene che “è assurdo chiedersi se sia meglio giocare bene o vincere. Il rapporto tra vittoria e bel gioco dovrebbe essere inevitabile”. Concettualmente la formulazione di Bielsa sembrerebbe corretta. Ciò che spesso può succedere, però, è che quell’inevitabilità non trovi conferma nell’immediato.

In questo senso, l’esito della votazione sul pacchetto di aiuti a favore dei media può essere considerato un buon esempio: sia del principio secondo il quale anche se dai il meglio di te una partita può comunque andare storta; sia dell’ipotesi che vede intercorrere un certo intervallo temporale nel legame di causalità tra la qualità della prestazione e il risultato ottenuto sul campo.

Ieri, a livello federale, il ‘no’ agli aiuti ai media è prevalso con un 54,6%, affossando di fatto la proposta del Consiglio federale. Una proposta che era stata (troppo?) rimaneggiata in Parlamento prima di essere approvata. Pure in Ticino la maggioranza della popolazione (il 52,8% dei votanti) si è pronunciata contro.

Lo avevamo detto prima e lo ribadiamo ora: il pacchetto non era perfetto. Risultati alla mano, è possibile affermare che le criticità presenti fossero tali da renderlo indigesto a una gran parte dell’elettorato. In particolare l’idea di una cospicua sovvenzione a favore dei grandi gruppi editoriali svizzeri, argomento efficacemente utilizzato dai referendisti, ha fatto breccia nell’opinione pubblica, portando una maggioranza piuttosto robusta a respingere gli aiuti.

Cosa succederà ora? La politica si è detta pronta a chinarsi nuovamente sulla questione: favorevoli e contrari al pacchetto appena affossato hanno espresso la loro disponibilità a trovare altre soluzioni per garantire un sostegno al giornalismo di qualità. Con quali tempistiche? La domanda al momento resta aperta.

Nel frattempo, per la stampa la sfida rimane enorme: tutte le testate, inclusa la nostra, sono da anni confrontate con il tema della digitalizzazione. In questo processo inarrestabile verso il digitale anche la pandemia ha giocato un suo ruolo, accelerando tendenze già in atto. La bocciatura del pacchetto a favore dei media ci costringe ora ad andare avanti su questo percorso senza una rete di protezione. Certo, da un lato risulta vertiginoso. Dall’altro – lo ammettiamo – diventa un grande stimolo. Perché, riallacciandoci alla metafora calcistica, siamo sicuri che per quanto concerne ‘laRegione’ la squadra ci sia. Una squadra che va dall’editore e dalla direzione alla tecnica, passando per la redazione e l’amministrazione: sappiamo tutti qual è il nostro orizzonte e non intendiamo restare fermi a rimpiangere l’aiuto che non arriverà.

È chiaro però che senza le sovvenzioni statali le risorse a disposizione per affrontare la trasformazione digitale saranno piuttosto scarse. Si tratterà quindi di riuscire a stabilire delle priorità e lavorare in maniera intelligente. D’altronde siamo ben consapevoli del fatto che la premessa di ogni ragionamento mirato a garantire un futuro alla nostra testata riguarda, appunto, la qualità del lavoro che viene svolto ogni giorno. La pensiamo come Bielsa, insomma: giocando bene (prima o poi) si vince.

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