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Cercasi maturità, prima che talento e qualità

In seno alla Nazionale spuntano accenni di leggerezza e superficialità. La fragilità tecnica era ipotizzabile, tuttavia manca qualcosa a livello di atteggiamento

18 giugno 2021
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Web e canali social, terreno fertile per sfoghi di dubbio gusto e analisi sommarie in stile “siamo tutti allenatori”, a volte ci azzeccano, soprattutto se il modo scelto per esternare un’opinione è l’ironia, molto apprezzata purché ben gestita. Il cui effetto si dilata se viene accostata a una punta di sano sarcasmo, purché contenuto.

E allora, il premio alla battuta del giorno lo attribuiamo senza riserve a colui che ha postato il seguente annuncio, relativo alla Nazionale rossocrociata: “Cercasi attaccante. E centrocampista. E portiere. E allenatore. Abbiamo solo il parrucchiere”.

Una battuta che coglie nel segno, divertita e divertente, che vale più di mille analisi tecniche. Già, poiché in pochi e stringati concetti riassume bene la brutta figura fatta dalla Nazionale contro l’Italia e, più in generale, riflette bene la situazione di una squadra parsa in difficoltà, priva di argomenti che le consentano di competere come invece dice di saper fare.

La ricerca di “talento” promossa dalla battuta di cui sopra è una provocazione, ci mancherebbe, ma solleva questioni di fondo che cozzano contro l’ottimismo - la crescita e la maturazione del gruppo - sbandierato alle porte di un evento approcciato invece in maniera tutto fuorché convincente. L’attacco non punge, benché Seferovic sia reduce da una delle sue migliori stagioni in assoluto. Forse andrebbe risolto l’equivoco della presenza fissa in campo di Shaqiri. La cifra tecnica superiore che sa esibire, che però non convince mai nessun allenatore di club a dargli fiducia, non può sempre essere una giustificazione al suo impiego, se la resa è quella della maggior parte delle sue presenze in rossocrociato. A centrocampo, tutti innamorati pazzi di Xhaka e della sua maturazione, salvo poi doverne analizzare sovente prestazioni al di sotto del potenziale che gli viene unanimemente riconosciuto, nonché comportamenti sopra le righe fastidiosi, quali la visita al tatuatore nei due giorni di libero concessi da Petkovic dopo il ritiro di Bad Ragaz a condizione che tutti, tutti, restassero nella stretta cerchia dei propri familiari senza sgarrare (per motivi talmente ovvi che fa rabbia solo pensare che siano stati disattesi). «Concedo un po’ di libertà ma in cambio esigo il massimo rispetto», disse il Ct. E il parrucchiere in ritiro per i capelli biondo platino? Superficialità che fa a pugni con la concentrazione e il rigore richiesti da un Europeo. Per non parlare del ruolo - serio, serissimo - di capitano di una Nazionale che gli ha perdonato cadute di stile che evidentemente sono state sottovalutate, o non giudicate tali. Non si tratta di fare la morale o ergersi a bacchettoni, ma è davvero retorico credere che servano maggiore serietà e professionalità, nell’approccio a una manifestazione che attira su di sé gli occhi del mondo? È giusto chiedere, anzi pretendere, rigore e rispetto dei protocolli ai propri giocatori, per poi non sanzionare, o richiamare all’ordine, chi sgarra e manco fa nulla per nascondersi? Il ritiro di una Nazionale non ha nulla di spirituale, né vi regnano silenzio e meditazione, tuttavia vi è l’impressione che alle tante belle parole non seguano i fatti. Spuntano leggerezza, superficialità, altro che maturità. La fragilità tecnica era ipotizzabile, ma è propria anche ad altre squadre. Le quali, però, compensano con l’atteggiamento, in campo.

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