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La Svizzera non è un paese per inquilini (moderati)

Le Città, i Comuni e il Cantone dibattono su come offrire abitazioni sostenibili: tanti studi, poche realizzazioni

In media gli inquilini svizzeri investono il 20% del reddito per la casa (Ti-Press)
5 marzo 2021
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La Svizzera è un paese di inquilini. Il 62% della popolazione abita in affitto. Il Gran Consiglio ticinese ha appena bocciato l’iniziativa popolare “No a pigioni abusive, sì alla trasparenza: per l’introduzione del formulario ufficiale a inizio locazione”. Si tratta di una piccola riforma, promossa dall’Associazione svizzera degli inquilini, per sostenere chi fatica a trovare un alloggio a pigione sostenibile. L’anno scorso, il popolo elvetico ha bocciato l’iniziativa “Più abitazioni a prezzi accessibili”: 57 contro 43 per cento. Morale: il paese europeo con la maggior percentuale di inquilini vota contro i propri interessi.

La Costituzione prevede che la Confederazione promuova la razionalizzazione dell’edilizia abitativa, la riduzione del prezzo della costruzione di abitazioni e dei costi abitativi, prendendo in considerazione gli interessi delle famiglie, degli anziani, degli indigenti e dei disabili. Nobili intenti, non sempre messi in pratica.

Le Città, i Comuni e il Cantone dibattono su come offrire abitazioni sostenibili: tanti studi, poche realizzazioni.

A Massagno, per esempio, comune alle porte di Lugano, si è costruito molto, soprattutto condomini di alto livello. Spinto da una proposta del Ppd, il Municipio si è attivato per valutare la possibilità di offrire alloggi a prezzi sostenibili per le famiglie. Uno studio sul tema afferma che il mercato è saturo e la costruzione di alloggi da parte del Comune è inopportuna, perché potrebbe esserci una progressiva riduzione delle pigioni degli appartamenti sfitti. Il Municipio propone quindi un sussidio diretto, dai 400 ai 600 franchi mensili, per venti inquilini. Venti famiglie su 6500 abitanti sono pochine. Il sussidio va a beneficio dei locatari, ma i soldi andranno nelle tasche dei proprietari di casa. Cosa ben diversa se fosse il Comune a farsi promotore immobiliare, come suggerisce la Confederazione.

Intanto in Ticino gli appartamenti sfitti aumentano a dismisura, ma la riduzione dei canoni è poco incisiva (-1,15% nell’ultimo anno).

Lugano sembra stia uscendo dal letargo. In via Lambertenghi, se il Consiglio comunale approva, potrà nascere un ente di pubblica utilità con 25 appartamenti a prezzi bassi. Una goccia nel mare per una Città di 67 mila abitanti. Bene, abitazioni a prezzi sostenibili senza offrire profitti ai privati. Succede il contrario a Cornaredo: si progettano due torri e quattro palazzine di 20 mila mq, quando lo sfitto è del 3% e le abitazioni vuote sono 1'300. Una proposta che foraggia la cassa pensione del Credit Suisse e penalizza quella dei dipendenti comunali!

Il Cantone ha nei cassetti dal 2009 il Piano cantonale dell’alloggio, una storia molto sbandierata, ma rimasta nel limbo delle buone intenzioni.

In media gli inquilini svizzeri investono il 20% del reddito per la casa. Per chi guadagna poco è un sacrificio importante.

Boccata d’aria fresca da Bruxelles. A fine gennaio c’è stata un’inversione di tendenza nella politica abitativa europea. Il parlamento chiede maggiore protezione per gli inquilini e alloggi a prezzi abbordabili. “Mentre i governi credono ancora che il mercato risolverà tutti i problemi abitativi – dice la presidente dell’Unione internazionale degli inquilini – il parlamento Ue sta mostrando il cartellino rosso alla speculazione che ha conseguenze devastanti per gli alloggi a prezzi accessibili in Europa”. Ma chiaro, noi Elvezi non siamo in Europa!

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