Commento

Lugano, l'aeroporto e quel retrogusto amaro

All'indomani del voto, restano i mal di pancia per le modalità di liquidazione di Lasa, per il 'magro' piano sociale e il doppio referendum annullato

Aereo in riparazione, come lunedì il legislativo ha 'aggiustato' la forma per le scelte già prese dall'esecutivo (Ti-Press/Archivio)
1 dicembre 2020
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Pare si possa intravvedere una destinazione per l'aeroporto di Lugano: l'infrastruttura verrà gestita da privati. La Città ne ha ripreso temporaneamente le redini, caricandosi sulle spalle gli oneri. Come del resto era prima visto che Lugano Airport Sa (Lasa), ora liquidata, era una società con azionariato solo pubblico (87,5% di Lugano, il 12,5% del Cantone) e i crediti postergati hanno raggiunto diversi milioni di franchi. La ratifica delle scelte prese dall'esecutivo, adottata a maggioranza dal legislativo lunedì sera, ha però lasciato un retrogusto amaro in bocca a tanti consiglieri comunali. Un'amarezza che traspare dai banchi del Municipio per come sono andate le cose negli ultimi anni, contrassegnati da una serie di circostanze sfavorevoli e strategie perlomeno discutibili. E il recente abbandono della direzione dello scalo di Julia Detourbet (sostituita da Davide Pedrioli), ufficialmente per ragioni personali, potrebbe nascondere qualche malcelata incomprensione.

O mangi questa minestra, o...

L'impressione è che discussioni e polemiche continueranno. Non solo perché ci sono le elezioni comunali all'orizzonte. I liberali hanno espresso diverse perplessità, a cominciare dalla messa in liquidazione di Lasa. Non tanto per la scelta, quanto per le modalità di comunicazione e soprattutto per la procedura che ha posto l’assemblea degli azionisti, ossia il Consiglio comunale, con le spalle al muro di fronte a decisioni già adottate. Della serie, o mangi questa minestra, o salti dalla finestra. Modalità e procedure che, grazie all’emergenza sanitaria, hanno di fatto esautorato il potere legislativo. Resta come detto l'amarezza perché, secondo il Plr, il Municipio ha mostrato incapacità di gestire una sua società partecipata tanto da portarla sull'orlo del fallimento. Peraltro, in caso bocciatura del Consiglio comunale, sarebbe scattata la segnalazione alla Sezione enti locali. I servizi del Cantone, tuttavia, difficilmente avrebbero sconfessato l'operato dell'esecutivo cittadino che, lo ricordiamo, la scorsa primavera ha invocato l'emergenza sanitaria e lo stato di necessità deciso dal Consiglio di Stato a causa della pandemia.

Aviazione generale, un mercato c'è

I mal di pancia si percepiscono anche a sinistra e negli altri pariti. Basti ricordare l'annullamento dei doppio referendum (riuscito a livello comunale e cantonale). Un'occasione per sentire finalmente la voce del Popolo su un argomento controverso e dibattuto da anni. E non dimentichiamo che il via libera al piano sociale da mezzo milione di franchi a favore dei 47 dipendenti licenziati da Lasa lo scorso maggio è giunto solo lunedì. Anche in questo caso le discussioni non sono mancate fra chi lo ha ritenuto eccessivo e chi lo considera il minimo che potesse fare l'ente pubblico per assumersi la responsabilità di quanto capitato. Volgendo lo sguardo avanti, che ci possa essere un futuro con una gestione privata sembra assodato alla luce dell'interessamento da parte di ben sette gruppi. Del resto, le cifre hanno tenuto nonostante (o forse grazie) all'emergenza sanitaria. Significa che almeno per l'aviazione generale un mercato c'è. Vedremo come e quando partiranno le trattative con i gruppi che saranno selezionati. E stavolta il Municipio coinvolgerà il legislativo in tutti i passaggi fondamentali della transizione.



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