Commento

Svizzera, tutti gli occhi addosso

Domenica sera i riflettori saranno puntati sul Brasile e sul suo calcio. Ma di tutta quell'attenzione beneficerà pure la Nazionale di Petkovic

15 giugno 2018
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Per sfarzosa, variopinta o riuscita che possa essere, non esiste né mai esisterà cerimonia d’apertura che possa dirsi all’altezza – per contenuti e portata emotiva – di quella di otto anni or sono in Sudafrica, in occasione del primo Mondiale della storia nel continente africano. Sulla sua gente, sul pubblico accorso allo stadio quel giorno memorabile, più in generale sul mondo in visione, calò la carezza di Nelson Mandela. Un’immagine di straordinario impatto, emotivo oltre che storico. Istanti di una potenza dirompente, irripetibili. Benché terra di calcio come poche altre, quattro anni dopo il Brasile pagò il prezzo di un clima sociale arroventato. La Coppa del mondo verdeoro si aprì in un clima diffuso di violenza e di contestazione, guastando un po’ quella che avrebbe dovuto essere solo una festa di sport. Una larga fetta della popolazione locale la giudicò invece fuori luogo, specchio di un torneo ritenuto tra le cause di un disagio che affondava però le radici in un contesto politico segnato da corruzione e malaffare.

Dopo aver concesso a Vladimir Putin la passerella lungo la quale il premier ha potuto scaricare un bel po’ di ego e di patriottismo, in Russia le luci della ribalta puntano sul calcio, in tutta la sua attuale pompa magna. Esagerato, ma sempre talmente popolare da riuscire a offuscare la deriva mercantile della quale è ostaggio, per effetto dei tempi che corrono.

Quella che è una delle rassegne sportive più seguite al mondo muove sì interessi imbarazzanti, ma soprattutto scatena la passione di milioni e milioni di tifosi, uniti nella celebrazione di un evento con pochi eguali. La cui portata – come accaduto sia in Sudafrica sia in Brasile, per buona pace di chi ha urlato al mondo il proprio disagio rivendicando diritti sacrosanti – trascende le peculiarità (e le difficoltà) della terra che ha il privilegio di ospitarlo.

E allora, che calcio sia. Per la Svizzera non potrebbe esserci entrata in materia più bella. Difficile? Certo, ma affascinante. Sul Brasile si posano gli sguardi di tutto il mondo, non solo dei suoi tifosi. Di riflesso, di cotanta attenzione beneficerà anche la Nazionale rossocrociata al suo debutto, in agenda domenica. Ne deriva una carica supplementare, si spera non destabilizzante. Le si chiede di essere all’altezza. Perché no, di sfruttare le altrui incertezze, qualora ve ne fossero. In stile Durban, contro la Spagna. Inno all’efficacia, fu quell’1-0, per quanto impresa estemporanea. Nel pieno rispetto delle dinamiche del calcio, che a volte sfuggono alla logica per rifugiarsi nell’imponderabilità.

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