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Le scommesse, lato oscuro del tennis: ‘Insulti pure se si vince’

Enormi proventi per la Federazione internazionale vendendo le partite alle agenzie; ma ai tennisti le briciole (e le minacce)

Enormi proventi per la Federazione internazionale vendendo le partite alle agenzie; ma ai tennisti le briciole (e le minacce)

11 giugno 2024
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“Muori in agonia”. L’auspicio di fare una brutta fine tra le sofferenze è in inglese, stavolta gentilmente accompagnato da ‘per favore’ (nella sua versione abbreviata ‘pls’). Se non fosse il sintomo di un problema, sarebbe quasi comico. Chi scrive si nasconde dietro un falso profilo, come sempre, e come sempre è mosso da rabbia e frustrazione per aver perso soldi puntati su o contro tal o talaltro giocatore. «Te ne potrei mandare decine, centinaia» ci dice Rémy Bertola. E a riprova, il ticinese di 25 anni numero 310 al mondo (un gradino sotto il best ranking raggiunto il 20 maggio) ci mostra in rapida sequenza alcuni dei messaggi di cui è destinatario ogni giorno.

Quella delle scommesse nel tennis e delle sue derive è questione annosa, mai risolta e che non risparmia i giocatori più su in classifica. Tra gli ultimi in ordine di tempo a farlo, il francese Terence Atmane (Atp 121) in aprile ha voluto mostrare questa faccia meno glamour e per lo più sottaciuta; che talvolta porta a situazioni persino surreali, come quando a marzo Raul Brancaccio (Atp 321 Atp), napoletano impegnato in un Challenger a Napoli, fu fischiato e minacciato da chi aveva puntato sull’avversario.

Considerato tra gli sport più semplici per falsare l’andamento del gioco, il tennis è il più difficile per stanare chi imbroglia; grazie al fatto che si può scommettere su un’enorme quantità di eventi in una partita, molti dei quali possono non essere influenti sul risultato finale: sul vincitore del match o di un determinato set o un dato game; su chi farà il prossimo punto; su chi metterà a segno più ace; sul numero totale di game; sul risultato esatto dell’incontro. Le opportunità di guadagno sono molteplici anche per la grande disponibilità di tornei di ogni livello, che si giocano ogni settimana in diversi Paesi e su varie superfici (erba, cemento e terra battuta). Tra i maggiori punti della discordia, il fatto che il sistema sia alimentato dall’interno: è la stessa Federazione internazionale (Itf) a vendere a numerose agenzie il diritto di scommettere sui propri tornei; e gli introiti delle puntate costituiscono di gran lunga la sua maggiore entrata di cui i giocatori, però, beneficiano in misura irrisoria. Su questo tema nel 2023 si era levata la voce autorevole di Novak Djokovic, secondo cui ai tennisti dovrebbe andare almeno il 50% dei proventi delle puntate. I giocatori – aveva affermato il campione serbo – sono l’elemento più importante, eppure sono gli unici a non beneficiare dei contratti con le aziende di scommesse e raccolgono le briciole.

Rémy Bertola, sei già stato avvicinato per vendere un incontro in cambio di soldi?

Sì più di una volta, chiedendomi ad esempio di lasciare andare un set o un certo game. Pagano meno di un tempo per ‘lisciare’ un match, oggi cercano di essere più discreti. Se l’avversario è chiaramente inferiore, perdere è troppo evidente e comporta un rischio maggiore di attirare l’attenzione.

Come si viene contattati? Online o addirittura di persona?

In tutti i modi immaginabili, gli scommettitori non si fanno problemi! Una volta ero in Grecia per un torneo e nel bar dove andavo ogni mattina mi abbordò un tizio: mise sul tavolo quattro o cinquemila euro in contanti per vendere un set. Mi ero spaventato perché insomma, è una cosa che ti tocca. Gli dissi di andarsene, chiedendo anche al barista di allontanarlo e per fortuna la cosa finì lì. Le richieste che ci arrivano online e i messaggi di insulti e minacce possiamo segnalarli sulla piattaforma di The International Tennis Integrity Agency (vedi più avanti, ndr).

Quanti soldi ci si può vedere offrire?

Tra i cinque e i diecimila euro. Cifre da poco e ciò fa capire due cose: quanto guadagnino scommettitori e agenzie e perché dei tennisti ci caschino.

Per arrivare a una tale somma in premi, un giocatore del tuo livello deve vincerne di partite. Hai mai pensato di accettare?

No. Onestamente no. Sono troppo legato allo sport e ho un’indole molto fairplay. Smetto di giocare, piuttosto che accettare soldi da uno scommettitore. Se lo facessi, andrei contro tutti i sacrifici dei miei genitori e i valori che mi hanno trasmesso e nei quali credo profondamente.

Per chi è nella tua fascia di classifica o più indietro, le offerte degli scommettitori possono salvare una stagione. Neanche quando i risultati faticavano a venire o eri frenato da guai fisici sei stato tentato?

Mai. Credo che un ruolo l’abbia pure il background. Non penso sia un caso che molti tennisti che accettano di entrare nel giro di scommesse, provengano da regioni o Paesi in cui se non si è di famiglia benestante, si parte davvero da zero e non si può contare sul sostegno di una federazione. In situazioni come queste, in cui si rischia di fare letteralmente la fame, le mazzette possono essere un’ancora di salvezza.

Di questo tema parlate tra giocatori?

È un tabù. Durante un torneo non sentirai mai un giocatore discuterne apertamente con i colleghi.

Pur non condividendone l’agire, puoi comprendere che qualcuno in situazione finanziaria difficile ricorra alla vendita di partite?

Ciò che non capisco è come chi scende in campo con l’intento di manipolare un match, possa non vergognarsi. Se è per fare una cosa del genere, a mio parere tanto vale non giocare. D’altro canto posso capire, se parliamo di contesti come quelli citati sopra; specie in un quadro nel quale la ripartizione dei premi partita è troppo, troppo ingiusta. In un sistema così iniquo, se qualcuno è disposto a tutto pur di guadagnare qualcosa, è un attimo che ‘scivoli’ nelle scommesse. Il vero problema è che davvero pochi riescono a vivere di tennis. Tieni conto che il mio bilancio è in negativo e senza il sostegno di Swiss Tennis sponsor, i conti non quadrerebbero.

Sei a due passi dai migliori 300 tennisti al mondo, posizione che in calcio, hockey, basket o football americano farebbe di te una star per di più milionaria...

... ah beh a parità di ‘forza’, nel calcio potrei giocare in Premier League. E questa intervista non la faremmo al telefono, mentre rientro da un torneo in mezzo ‘al nulla’ in Germania, bensì sul rooftop di un albergo di lusso a Londra – ride –. Il fatto è che ai primi in classifica, per non dire ai primissimi, vanno fiumi di denaro, invece a quelle che sono considerate le retrovie restano le briciole.

L’enorme disuguaglianza nella distribuzione dei premi è un problema di lunga data – se non IL problema – del tennis. Finora non si è potuto (o voluto?) trovare una soluzione. Significa che soluzione non c’è?

Ritengo che un modo ci sia ed è più semplice di quanto si voglia far credere. L’Itf versa ai tennisti una fetta irrisoria degli immensi guadagni grazie alle agenzie di scommesse. Basterebbe allargare un po’ quella fetta, alzando l’attuale percentuale che è 2-3 al 10% e già le cose cambierebbero. In pratica: i 700 dollari che oggi si incassano perdendo al primo turno di un torneo Challenger diventerebbero 1’400; un successo in un Future equivarrebbe a 5mila dollari invece dei meno di 3mila (lordi) e così via. Non è possibile che nel 2024 un primo turno di un Future non consenta nemmeno di pagarsi le spese. E parlo della categoria 25K in cui gioco io dove se perdi d’entrata prendi 160-180 dollari; che scendono a 120 nella categoria inferiore (15K). Cosa ti paghi con 120 dollari?

Essere fuori dal giro delle scommesse, non mette però al riparo da messaggi di ogni genere legati al gioco azzardo, vero?

Mi arrivano da sempre e dei mittenti non ne conosco mezzo. Ma insulti e intimidazioni sono inviati continuamente pure alla mia compagna e alla mia famiglia. Mia madre è bersagliata da anni, sovente con minacce di morte. Il bello, si fa per dire, è che noi giocatori siamo oggetto di ingiurie anche quando vinciamo. Siamo presi di mira a prescindere e qualunque sia l’esito delle partite, il numero di set o game vinti e persi, i doppi falli, gli errori e via di questo passo. E più si sale in classifica e più si viene attaccati: a livello basso ogni settimana il calendario propone tanti tornei in tutto il mondo e gli scommettitori si sparpagliano; man mano che il livello si alza, i tornei giocati in contemporanea sono meno e dunque sono visti da più persone.

Le prime volte che ti sono arrivati insulti e minacce eri giovane. Ti eri preoccupato?

Eh beh all’inizio mi avevano fatto un certo effetto. Avevo diciott’anni e quando sei un ragazzo insomma un po’ di paura ti viene, perché i contenuti sono davvero pesanti. Comunque il numero e l’aggressività dei messaggi sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia.

Come gestisci queste continue provocazioni?

Dopo un po’, aprire il telefono e vedere che perfino mentre passeggio in città mi scrivono augurandomi le peggiori nefandezze, diventa la normalità e ci ho fatto l’abitudine. È brutto che sia così e capisco che colpisca e preoccupi le persone che ci sono vicine. Se fossi io una di loro, vivrei questa situazione con una certa apprensione.

Non pensi mai che qualche testa calda possa passare dalle parole ai fatti?

Ma no, questa gente prova a spaventarti così magari cedi e fai il suo gioco.

Ti sei mai chiesto se il santo valesse la candela? Se fosse giusto che, per inseguire il tuo sogno, il tuo entourage debba vedersi augurare malattie e morte?

La maggior parte delle volte basta bloccare i profili, che peraltro spesso scrivono a un tennista una volta e poi passano a un altro. È quello che ho detto di fare alla mia compagna; mentre io ho smesso poiché sono così tanti, che ci passerei le giornate. Non ho mai pensato di smettere per questo motivo. È il loro scopo: sai le volte che mi scrivono ‘ritirati’, ‘fai schifo’ o peggio? Se lascio, vincono loro.

Corruzione e sanzioni

I milioni che girano e l'albo dei corrotti

Nel 2022 nel mondo si è scommesso per 1,41 trilioni di euro nello sport; nel tennis – secondo solamente al calcio – per 88 miliardi. Lo riportava SportRadar (società con sede a San Gallo che raccoglie e analizza dati sportivi per bookmaker, federazioni sportive nazionali e internazionali e società di media), evidenziando che al pari delle puntate crescono pur le segnalazioni di partite sospette.

Associazione tennisti professionisti (Atp), Women’s Tennis Association (Wta), Federazione internazionale di tennis (Itf) e i quattro tornei Slam (Wimbledon, Roland Garros, Austrialian Open e Us Open) nel 2008 crearono la Tennis Integrity Unit con l’intento di lottare contro il match fixing, fenomeno dilagante soprattutto nei tornei Future e Challenger ma che non risparmia i circuiti maggiori. Nel 2018, dopo 27 mesi di lavoro, l’Independent Review Panel redasse un documento di 1’200 pagine. Un’operazione da 20 milioni di sterline a carico di Atp, Wta, Itf e Slam, che nel 2016 avevano accettato di sottoporsi all’analisi per la quale erano stati sentiti 3’300 tennisti professionisti e duecento tra operatori di scommesse, direttori di tornei, dirigenti di federazioni. Tra le misure proposte dalla commissione indipendente, una delle più drastiche riguardava la Federazione internazionale, esortata a smettere di vendere i dati ufficiali dei tornei minori. In particolare, per l’Independent Review Panel occorreva eliminare i livescore (punteggi in tempo reale) negli Itf 15K e 25K, considerati terreno ideale per le scommesse illecite.

Nel 2021 la Tennis Integrity Unit è stata sostituita dall’International Tennis Integrity Agency (Itia), organismo indipendente voluto sempre da Atp, Itf, Wta e Slam per – si legge sul sito – “promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l’integrità dei loro eventi di tennis professionistico in tutto il mondo”. Il programma anticorruzione (Tennis Anti-Corruption Program) si applica a giocatori, arbitri e official, allenatori, staff di tornei, agenti ai quali è vietato scommettere, manipolare o aiutare a manipolare l’esito di una partita, divulgare informazioni non pubbliche che potrebbero essere utilizzate ai fini di scommesse. L’Itia invita a segnalare casi di corruzione (certa o presunta), informare nel caso in cui si riceva una proposta a scopo di corruzione, e collaborare con eventuali indagini se richiesto. La piattaforma è aggiornata con tanto di nome e cognome della persona punita, ruolo, motivo e ammontare della sanzione. Per fatti ritenuti gravi o comportamenti recidivi, si va fino alla squalifica a vita e multe di 250mila dollari. Dal 1° gennaio 2022 l’Itia è responsabile anche del programma antidoping.