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Come affrontare la Cina?

Generalmente noto che l’Occidente interpreta in modo errato azioni e reazioni cinesi. Questo perché nelle due regioni le regole di comportamento e, perciò, anche le aspettative, differiscono radicalmente. Da noi vi sono regole che limitano il nostro agire a proprio favore se va a danno del prossimo. Se non le rispettiamo veniamo considerati persone scorrette. In Cina è tutto diverso: prefissato un obiettivo, è normale perseguirlo ricorrendo ai più svariati stratagemmi, trucchi per indurre la controparte ad agire in modo tale da farci raggiungere l’obiettivo. Questo implica che un cinese, quando scopre di essere stato giocato, sa che se la può prendere solo con sé stesso, non essendo stato avveduto. Quando diciamo “Finalmente i cinesi l’hanno capita (e hanno rinunciato)”, dobbiamo invece restare all’erta, perché aspettano un momento più favorevole per fare il balzo, sfruttando o creando un nostro stato di necessità o di debolezza. Perciò ogni cosa detta dalla Cina va presa come qualcosa di calcolato, non per oro colato. Questa tattica talvolta si ritorce contro i cinesi stessi, perché sono portati a sospettare l’inganno anche laddove non c’è, commettendo errori di valutazione. I cinesi non sono cattivi. Sono solo “così”. Sul piano degli affari, economico, politico e militare. La dittatura porta avanti una politica di espansione perché il potere è una droga (ma anche per sopravvivere, fintantoché riesce a trainarvi la popolazione). A tutti i costi, con inganno e pazienza, dosando bene le azioni. Con l’obiettivo di diventare le prime potenze mondiali, tramite “aiuti” interessati alle dittature, quelle russa e cinese stanno colonizzando l’Africa per le terre rare e noi occidentali, così tecnologici, diventeremo gravemente ricattabili. “Vuoi la pace, prepara la guerra!”...

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