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Uomo e natura: diversi?

Ci svegliamo con il cielo sereno, l’aria carezzevole sulla pelle. Dopo poche ore il cielo si oscura, lampi squarciano il buio, il vento impazzito staffila gli alberi, la grandine colpisce e travolge, verdure e fiori sono distrutti. Con inaudita violenza. Poi non piove più, per settimane, i prati sono arsi dal sole, i fiumi svuotati. Cosa succede? Surriscaldamento del pianeta, causa fisica. Solo questo? No, non solo questo. In parallelo i comportamenti umani. Che stranamente presentano un’evoluzione e una dinamica simili. All’inizio una parvenza di calma (cielo sereno), poi le parole che diventano parole d’odio (i lampi), lo scalare dei toni, i contenuti ingiuriosi, il coalizzarsi delle forze, l’ausilio del gruppo che supporta il singolo che insulta (il vento impazzito) e per finire il colpire, il far del male, il distruggere (la grandine che colpisce e travolge). E cosi resta solamente il terreno arido dove non crescono i fiori e l’acqua non scorre più. Solo un fenomeno fisico? Direi proprio di no.

Qualcuno dice che è sempre stato così. Le faide, le guerre, l’Ucraina e i Putin ci sono sempre stati nella storia dell’umanità e la natura ha sempre fatto le bizze. Tempeste, scoscendimenti ci sono da sempre. E accanto a persone buone, sempre anche persone cattive. Sì, le persone buone sono in maggioranza. Ma le persone buone non possono difendersi da quelle cattive tanto quanto il mondo non può difendersi dalle catastrofi.

Significa che non possiamo farci nulla? No, qualcosa possiamo fare. Come ci difendiamo dalla tempesta cercando un rifugio possiamo contrapporre all’odio la nostra capacità di giudizio e la serenità della nostra coscienza.

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