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Gordola – Una preoccupante deriva sociale

A Gordola esisteva un regolamento per la concessione di prestazioni complementari ai cittadini in difficoltà. Dico esisteva, perché durante l’ultimo Consiglio comunale il Plr (coadiuvato da Lega/Udc) ha deciso di stralciarlo. Il regolamento era datato e risaliva oramai agli anni 90: è vero dunque che non rispondeva più alle esigenze moderne e una sua revisione era indispensabile. Tuttavia, cancellarlo senza un progetto concreto sul tavolo, correndo ai ripari a posteriori non è serio. È infatti proprio questo che ha fatto il Plr, presentando, cinque giorni dopo il suo stralcio, una mozione corredata da un regolamento nuovo fiammante. I promotori sostengono che grazie al nuovo regolamento si potranno aiutare i cittadini in difficoltà temporanea. Ma esso cela, in uno dei suoi innumerevoli articoli, un cambiamento sostanziale: non si tratta più, come in passato, di “aiuti”, bensì di “prestiti”. Questo è un cambio di paradigma che mina alla base il concetto stesso di aiuto. Aiutare qualcuno in difficoltà dovrebbe essere un gesto animato da senso civile, per amore del prossimo, senza aspettative o tornaconti. In Svizzera abbiamo più livelli di aiuti sociali: federali, cantonali ed appunto comunali. Il nostro è un comune di meno di 5’000 anime e l’aspetto di aiuto reciproco dovrebbe essere analogo a quello di aiuto fraterno; ci si assiste senza aspettative e l’appagamento è dato dal benessere altrui. Quanto proposto nel regolamento Plr è invece un contratto “do ut des”, nudo, crudo, triste, freddo e insensibile. Non solo: complicato, tenuto conto dei mille cavilli contemplati. La maggioranza a Gordola sembra invece voler imboccare questa strada. Io mi auguro vivamente di no, sarebbe un cammino di non ritorno verso lo svilimento del valore umano.

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