Lettere dei lettori

Istituto Leventinese per anziani: non solo critiche

Mi permetto d’intervenire sui recenti articoli di stampa concernenti presunti disservizi all’interno dell’Istituto Leventinese per anziani. Premetto che non sono mai stato coinvolto nella problematica in quanto sono dipendente dell’Istituto al 5% e mi occupo di problematiche sanitarie e non gestionali.
Sono venuto a conoscenza della lettera anonima di alcuni dipendenti solo dalla stampa. Dalla stampa emerge che la critica è prevalentemente indirizzata a delle precise figure, in particolare al coordinatore delle cure, alla responsabile della qualità e ai coordinatori di reparto, che sono comunque gli interlocutori con i quali ho spesso a che fare nella mia attività. Non ho nessuna competenza per giudicare il loro lavoro dal punto di vista gestionale, ma posso sicuramente affermare che dal punto di vista tecnico sanitario soprattutto nella gestione dell’emergenza pandemica hanno lavorato in modo eccellente.
Le figure professionali “sotto tiro” sono state in prima linea e hanno svolto egregiamente il loro operato. È ben possibile che qualche problema nell’organizzazione del lavoro possa esserci anche stato, ma abbiamo vissuto (e lo stiamo vivendo tuttora anche se in tono minore) una situazione eccezionale che necessita grandi capacità di adattamento ai continui cambiamenti. Da ultimo mi permetto di esprimere il mio disappunto sul tono velatamente xenofobo della lettera anonima quando viene indicato che nessun collaboratore ticinese è stato scelto per le mansioni di rilievo. Senza il prezioso supporto di collaboratori stranieri nelle cure l’istituto Leventinese per anziani e anche l’ospedale di Faido sarebbero già chiusi.

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