Chi contribuisce alla distruzione di quel diritto internazionale, fondato sulla Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che dopo la Seconda guerra mondiale e la caduta del muro di Berlino avrebbe dovuto garantire la pace nel mondo?
Sul banco degli imputati gli attori sono molti, provengono da destra e da sinistra, da Occidente e dal resto del mondo. Si trovano tra gli amanti della pace a tutti i costi e tra i sostenitori a oltranza della guerra giusta, tra coloro che rivendicano diritti solo quando conviene alla loro parte, mentre fanno finta di non vedere quando è la loro di parte a violare quei diritti che dovrebbero valere per tutti.
Responsabili sono innanzitutto gli Usa e il loro imperialismo. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ad esempio, con la loro invasione dell’Iraq hanno violato i principi di sovranità statale e integrità territoriale, facendosi beffe dell’Onu.
A ciò si aggiungono tutti i doppi standard morali e legali degli Usa e dell’Occidente, che raggiungono il loro apice d’ipocrisia nei silenzi e nell’omertà di fronte ai crimini contro l’umanità di Israele, governo israeliano che ha fatto dell’attacco al diritto internazionale uno dei suoi obiettivi conclamati.
Ma sul banco degli imputati non vi è solo l’Occidente. La crisi dell’ordine internazionale viene sfruttata anche dalle autocrazie del resto del mondo per poter imporre le loro volontà di potenze imperiali e coloniali. Come amano ripetere Cina e Russia, violando l’Occidente il diritto internazionale, allora non si capisce perché non possano farlo anche loro.
Se da un lato la critica ai doppi standard occidentali è sicuramente giustificata, dall’altro questa critica non è destinata ad affermare, all’interno di un nuovo ordine globale multipolare, principi di giustizia universali fondati sulla legge. Emerge invece uno scenario nel quale non vale più la forza della ragione e del diritto, ma unicamente la ragione della violenza e della guerra in nome della legge del più forte.
Chi sostiene, intenzionalmente o meno, all’interno delle opinioni pubbliche occidentali questo scenario nel quale i vari imperialismi e colonialismi, siano essi occidentali o orientali, sono disposti ad affermare con le armi i loro desideri di egemonia nel mondo?
Sostenitori si trovano in quelle posizioni “pacifiste” di (estrema) sinistra che, in nome della pace a tutti i costi e di un antiamericanismo ideologico e pregiudiziale, sono disposte a sacrificare il diritto internazionale e il principio all’autodeterminazione, volendo ad esempio imporre a priori all’Ucraina la cessione di suoi territori all’imperialismo russo. Trattasi di voci che spesso, d’altra parte, denunciano la violazione di quegli stessi principi quando si tratta del popolo palestinese. Risultano pure un po’ meno pacifiste quando tendono a comprendere, per non dire giustificare, le violenze e i soprusi di Hamas o di altri attori antioccidentali, come se la causa ultima del male fosse sempre e solo degli Usa e dell’Occidente.
Sostenitori si trovano anche all’estremo opposto dello spettro politico, all’interno di quelle posizioni nazionaliste di (estrema) destra che hanno in Trump il loro leader maximo. Identificando nei principi di giustizia globali e sovranazionali un attacco alla sovranità popolare, chiedono ad esempio, in nome dell’interesse nazionale, neutralità assoluta di fronte ai crimini della Russia. Questo atteggiamento di equidistanza viene d’altra parte spesso abbandonato quando si tratta di difendere ad ogni costo Israele, non si sa se per motivi economici, di amicizia o piuttosto per un soggiacente razzismo coloniale nei confronti del mondo arabo e musulmano, come se la causa ultima del male venisse sempre e solo da Oriente.
Queste varie voci, intaccando la legittimità del diritto internazionale, forse non si rendono conto che così facendo non contribuiscono a un futuro di pace, giustizia e benessere per sé stessi e gli altri nel mondo, ma rischiano invece di ottenere l’effetto opposto.
Rimanendo in silenzio o giustificando guerre di invasione imperiali e annessioni coloniali, sia se provengono da Oriente come la Russia con l’Ucraina, o da Occidente come Israele con la Palestina, danno la possibilità a questi stessi governi criminali di continuare a farlo, o altri governi in futuro di provarci a loro volta.
“Make America Great Again!”, “Make Russia Great Again!”, “Make Israel Great Again!”, “Make China Great Again!”... Tramontata la forza della legge, conta solo ancora la potenza e la superiorità militare. Agli altri potrebbe rimanere solo la resa o la guerra di difesa, la distruzione o la guerra di resistenza.