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Il saccheggio dell’Africa Subsahariana

Nel 2021 si è tenuta la giornata Mondiale dell’Africa, un appuntamento ricorrente che celebra l’anniversario della fondazione dell’Unità Africana del 1963, che dal 2009 prenderà il nome di Unione Africana. La ricorrenza, che mira a portare agli occhi del mondo i gravi problemi che ancora affliggono il continente africano subsahariano, infatti, nonostante siano passati più di 50 anni dall’indipendenza dalle loro colonie, l’Unione Africana non ha visto il proliferare di un sistema economico e sociale al pari dell’Occidente. Cosa gliel’ha impedito? Dando una sbirciata veloce si potrebbe dire che ad averglielo impedito è sicuramente il basso tasso di istruzione, che non permette la formazione di una politica priva di corruzione, o meglio ancora, le guerre, la diversità multietniche, la crisi alimentare e climatica che dirottano i pensieri e le anime degli africani subsahariani alla ricerca della sopravvivenza, o ancora, la lungimiranza di un sogno migratorio.

Una storia vecchia quanto il mondo

Il processo di colonizzazione dell’Africa Subsahariana parte dal XVI secolo, e vede padroni gli stati europei nell’appropriazione, o meglio, nella spartizione dei popoli africani subsahariani. Appropriandosi non solo del valore territoriale attraverso l’esportazione di oro e altri minerali, ma arrivando a capitalizzare anche il valore umano. Uno sfruttamento all’interno e all’esterno della loro terra, che ha visto il culmine dello scempio con la tratta degli schiavi.

Indipendenza: una bella bugia

I processi di indipendenza e i moti rivoluzionari avevano avuto impatto su tutto il mondo. Il secondo dopoguerra rappresentò un momento di speranza e di cambiamento per i popoli africani subsahariani, che uno dopo l’altro iniziarono a dichiarare l’indipendenza dai loro padroni. Gli appalti multinazionali delle compagnie petrolifere continuarono a trivellare gli ex territori coloniali e sfruttando loro manodopera nelle miniere. L’unica cosa certa dall’Africa sono proprio le sue straordinarie risorse naturali che includono petrolio, diamanti, uranio, gas, cacao, caffè, terre rare molto utili per costruire prodotti ad alta tecnologia come il coltan, minerale che è presente in tutti i nostri smartphone. Anche l’uranio utilizzato in modo particolare in Francia per tenere in attività le sue centrali nucleari viene dall’Africa Subsahariana e tiene le ex colonie sempre legate a quella che un tempo era la madrepatria. Quale movimento, quale dirigente sarà capace di sfruttare l’energia popolare e i punti di forza del continente africano subsahariano, affinché esso diventi veramente attore del proprio destino? Dopo secoli di dominazione, L’Africa Subsahariana saprà diventare indispensabile a se stessa.

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