I dibattiti

L’animo non può che essere mesto

(Ti-Press)
21 dicembre 2023
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Da oltre due mesi le persone che hanno una coscienza sensibile sono profondamente turbate. Dopo il violento attacco di Hamas del 7 ottobre, la situazione è precipitata. Da settimane in terra di Palestina ogni 10 minuti viene ucciso un bambino. I morti sono circa 20mila, il numero dei feriti incalcolabile. Chi ha perso una gamba, chi un braccio, chi gli occhi, chi si è trovato con parti del corpo staccate dal tronco, in un lago di sangue. In mezzo a questo inferno, a questa disperazione, sono state distrutte case e ospedali e ogni residua forma del vivere civile. Poveri disperati a cui sono stati negati l’acqua e il cibo, vagano in mezzo alla disperazione, con grida di lamenti e di dolore. Il pensiero corre a Solferino. Chi aveva costruito una casa dopo una vita di sacrifici, se la trova in pochi minuti ridotta a un cumulo di macerie.

Quello che il governo criminale di Netanyahu sta facendo alla popolazione palestinese ci ricorda quanto gli stessi ebrei hanno dovuto subire durante lo sterminio nazista. Una tragica ironia della storia: le vittime di un tempo sembra che abbiano appreso più dai loro carnefici che dalle loro stesse sofferenze. Le vittime di allora sono gli aguzzini di oggi. Di fronte a questa realtà orrenda, il mondo occidentale sta a guadare. Gli Stati Uniti assumono una posizione cinica che più ambigua e ipocrita non potrebbe essere. Armano il governo Netanyahu fino ai denti, consigliano una vaga moderazione e poi bloccano la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per un cessate il fuoco, una sospensione della carneficina.

Mentre nella terra in cui è nato Gesù continua il terrore tra ferro e fuoco, noi stiamo preparandoci a festeggiare il Natale. Tutti sono in corsa per i regali natalizi, i negozi sono colmi di acquirenti, si stanno organizzando i cenoni. I praticanti, tanti o pochi che siano, si apprestano alla messa di Natale, nonostante la ricorrenza, l’animo non può essere che mesto. Dopo duemila anni quanti si ricordano dell’insegnamento di Gesù? In illo tempore, durante la guerra del Vietnam, anche nel minuscolo Ticino veniva organizzata una marcia di condanna che, partita dalla stazione di Bellinzona, giungeva a piazza Indipendenza, dove parlavano Werner Carobbio e Giuseppe Curonici. A quella vigorosa condanna non erano presenti solo gli esponenti della sinistra, ma c’erano anche uomini politici di altro sentire: da Flavio Cotti, ad Alberto Lepori, tanto per fare due nomi.

E anche la Svizzera, oltre a qualche ovvia e giusta condanna ad Hamas, non sembra fare molto, prendere grandi iniziative. Oggi le preoccupazioni sembrano essere altre, pur condivisibili, dalla caccia ai lupi, ai salari. Certo, è ben ovvia la nostra piccolezza e la nostra impotenza, ma un segno, un gesto è pur sempre meglio di niente. Ovviamente si possono fare molti ragionamenti: ragioni e torti dell’uno e dell’altro, ma il dato crudo e tremendo della realtà è che mentre noi festeggiamo, i nostri fratelli di Palestina vivono nel terrore.

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