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Una battaglia di retroguardia

La campagna dell’UDC contro la Legge sul Clima è una battaglia di retroguardia. Infatti, stimolati anche in parte dall'invasione russa dell'Ucraina, gli investimenti globali in campo energetico stanno indirizzandosi sempre maggiormente verso le energie rinnovabili, a scapito di quelle fossili. Secondo il nuovo rapporto dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), pubblicato appena giovedì scorso, “per ogni dollaro investito a livello internazionale nei combustibili fossili, circa 1,7 dollari sono ora destinati all'energia pulita. Cinque anni fa, questo rapporto era di uno a uno”. Secondo Fatih Birol, il direttore esecutivo dell'AIE, “L'energia pulita si sta muovendo velocemente – più velocemente di quanto molti se ne rendano conto”. L’AIE prevede in particolare che gli investimenti energetici raggiungeranno quest’anno a livello mondiale i 2’800 miliardi di dollari, 1’700 miliardi dei quali destinati alle energie rinnovabili, all'energia nucleare, ai veicoli elettrici e ai miglioramenti dell'efficienza energetica, mentre i 1’100 miliardi restanti saranno destinati a petrolio, gas e carbone. Quest’anno, sempre secondo l’AIE, gli investimenti nella sola energia solare supereranno inoltre per la prima volta quelli nel petrolio. Aggrapparsi a un’economia basata sui combustibili fossili, come lo fa l’UDC in questa campagna contro la Legge sul Clima, equivale quindi a mettere la Svizzera fuori gioco in campo energetico, tanto più che già oggi, per quel che concerne il fotovoltaico e l’eolico, il nostro Paese è il fanalino di coda dei Paesi europei. A titolo di paragone un solo esempio: l’Austria, Paese alpino come il nostro, produce il 15% del suo fabbisogno di elettricità con l’eolico.

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