I dibattiti

Casa anziani Sementina, quando ne usciremo migliori?

Alcune riflessioni s’impongono dopo i tre decreti d’accusa e le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Mario Branda

Martino Colombo
(Ti-Press)

Il Ministero pubblico ha dunque emanato tre decreti d’accusa nei confronti del direttore generale, della direttrice sanitaria e della ex capocure della casa anziani di Sementina con l’accusa di ripetuta contravvenzione alla Legge sulla lotta contro le malattie trasmissibili, mentre è caduta quella di omicidio colposo. Gli imputati intendono opporsi al decreto e vale quindi la presunzione d’innocenza, ma l’occasione ci permette già di trarre qualche considerazione di natura politica.

La prima è che nel comunicato il Municipio si affretta a informare che è caduta l’accusa più grave e che ritiene "del tutto prematuro trarre delle conclusioni". Sulla colpevolezza degli indagati, aggiungiamo, ché sulla bontà delle posizioni dei dirigenti si esprime senza troppi patemi. Non una parola viene spesa a proposito delle famiglie che hanno perso un parente e che dopo due anni aspettano ancora di sapere cosa sia effettivamente accaduto.

La seconda, è che il Municipio sceglie di mantenere la linea adottata quando il Movimento per il socialismo denunciava problemi e malfunzionamenti. Si tratta di una scelta politica e strategica poiché l’esecutivo ha sempre difeso i dirigenti indagati, rinunciando a sospenderli, assumendo le spese legali, sminuendo problemi e responsabilità, e spingendosi fino a contestare la decisione dell’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva che aveva difeso le due trasmissioni di Falò criticate dal Municipio. Se da un lato può essere comprensibile difendere i dipendenti, dall’altro non si deve dimenticare che un esecutivo è incaricato di vigilare sul buon funzionamento dell’amministrazione. E quando questo funzionamento viene meno oppure si sollevano ombre – per usare un eufemismo – dovrebbe prendere le misure adeguate o perlomeno porsi nella condizione di poterle prendere. Insomma, una difesa politica decisamente poco felice e poco opportuna visto il delicato tema e il ruolo di un esecutivo.

Infine, ritengo inappropriato il commento rilasciato a ‘laRegione’ dal sindaco Mario Branda: «Sulle conclusioni del rapporto del medico cantonale, a questo punto, visto che si profilano queste opposizioni, sarà un tribunale a fare la disamina dei diversi punti sollevati. A noi pareva che le osservazioni e le prese di posizione fatte a suo tempo dai nostri collaboratori fossero pertinenti e avessero dei contenuti solidi». Il documento su cui si fondano le accuse è il rapporto del medico cantonale contestato dalla Direzione del Settore anziani comunale e confermato a due riprese dall’ufficio del dottor Merlani. Ci chiediamo in che veste si esprime il sindaco quando definisce «pertinenti» e dai «contenuti solidi» le osservazioni: politico, ex procuratore o avvocato? Il Municipio ha sempre anche sostenuto che «la gestione e amministrazione delle strutture che accolgono ospiti anziani sono disciplinate da disposizioni cantonali e sottostanno in larga misura alla vigilanza cantonale»: quali sono quindi le valutazioni che gli permettono di esprimere giudizi sulle posizioni dei dirigenti? Queste osservazioni non sono state ritenute sufficienti a sovvertire quanto stabilito dall’Ufficio del medico cantonale e non hanno convinto ovviamente nemmeno il Ministero pubblico. A fronte di decine di decessi, dolore e sofferenza e di tre condanne, ancorché non definitive, ci si sarebbe aspettati più accortezza e tatto da parte del sindaco e del Municipio. I grandi picchi della pandemia sembrano alle spalle, ma non sembra che ne siamo usciti migliori.

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