I dibattiti

Fruizione e produzione culturale: troviamo il giusto equilibrio

Riflessioni sul futuro
(archivio Ti-Press)

A Lugano si parla spesso di cultura, specialmente di grandi concerti e importanti mostre d’arte. Poche settimane fa, l’attenzione dell’ambiente culturale luganese si è concentrata sulla probabile sparizione di Estival Jazz a causa della mancanza di sponsor. Estival è certamente un rinomato appuntamento musicale e negli anni ha saputo convogliare in Ticino artisti/e di fama internazionale e, conseguentemente, un ampio pubblico. Oltre alla valenza contenutistica di cui tanto si parla, mi piacerebbe concentrarmi sulla gratuità di questo evento che, nonostante i ‘vip lounge della piazza’, è stata una caratteristica centrale dell’evento: non richiedendo il pagamento di nessun biglietto, Estival Jazz è potuto diventare un punto di riferimento per molte persone, perché ha permesso loro di avvicinarsi spontaneamente a un mondo musicale di alta qualità, anche quando altrimenti sarebbe stato loro difficile o poco invitante. Non voglio affermare che la cultura debba essere gratuita perché sia fruibile, ma bisogna ammettere che il costo è spesso motivo di allontanamento, specialmente dei giovani, da questo mondo.

Considerando che Estival Jazz ha goduto del sostegno della Città e che ora aleggia nell’aria la possibilità che parte di esso venga integrato nel calendario eventi del Comune, mi chiedo se verrà rinchiuso in sale a pagamento oppure se sarà possibile che la gratuità continui a caratterizzare il suo lascito. Perciò, sarà interessante capire cosa intende fare il Municipio di fronte all’impossibilità degli organizzatori di continuare un lavoro durato oltre 40 anni: con il supporto di colleghe/i di Consiglio comunale, ho posto alcune domande al Municipio per chiarire se esistono già delle possibilità per raccogliere l’eredità di Estival Jazz e in che direzione vanno. Personalmente, l’interesse è rivolto a due aspetti. Da una parte il discorso legato all’accessibilità: ritengo corretto che sul suolo pubblico cittadino esistano eventi gratuiti di vario genere, che permettano a chiunque di conoscere nuovi orizzonti, specialmente se a proporli è il Comune, perché gli eventi luganesi fruibili solo da chi ha portafoglio pieno e/o vestito elegante sono già molti. Dall’altra parte, metto in questione il rischio che l’offerta di Lugano, se gestita principalmente dal Comune, si accentri esageratamente e porti a un appiattimento dei contenuti, togliendo spazio alle importanti iniziative dal basso, traino della diversificazione delle attività culturali.

E parlando di diversificazione, il discorso attorno a Estival Jazz ha portato a una riflessione generale riguardo alla cultura luganese: cosa c’è? Cosa manca? Se alla domanda ‘cosa c‘è?’ si può parlare di molte grandi manifestazioni, tante sono anche le risposte alla domanda ‘cosa manca?’. Tra queste spicca il sostegno alla produzione culturale. L’ambiente culturale indipendente – spazi espositivi, musiciste/i emergenti, artiste/i innovativi, progetti collaborativi e tanto altro – non sempre trova spazio nel panorama ticinese, e la mancanza di sostegno alla produzione culturale è uno dei problemi centrali. Infatti, la creazione di prodotti culturali cade sovente in secondo piano, dietro la grande offerta di attività culturali. Il Comune deve essere promotore della creazione perché questa dà la possibilità ad artiste/i di sviluppare il proprio lavoro permettendo una costante evoluzione della scena e dell’offerta culturale locale. La scena indipendente e i suoi prodotti necessitano di maggiore attenzione, perché è anche qui che si crea valore aggiunto per il territorio e non solo nelle belle sale teatro. Così, con il supporto di colleghe e colleghi di legislativo, ho posto al Municipio delle domande per capire se questa visione – condivisa da molte persone attive nel settore – rientra nella strategia di promozione culturale a Lugano.

La fruizione culturale deve indubbiamente restare un discorso centrale per l’attività locale e deve evitare di accentrarsi attorno all’organizzazione da parte del Comune, ma la produzione culturale deve raggiungere una posizione più alta di quella che ha ora, perché è altrettanto rilevante. Ricordiamoci che i risultati di sostegni a produzioni da parte della Città potranno essere resi accessibili al pubblico e daranno valore al territorio, e non sono fini a sé stessi.

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