I dibattiti

Terrorismo, una legge fin troppo garantista

Rompere il giusto silenzio, per noi “ex”, si giustifica solo in “caso di necessità”,come per informare correttamente i cittadini su temi in votazione. Entro il 13 giugno ci possiamo esprimere su un tema federale (Legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo) che riguarda la relazione fra la prevenzione al terrorismo, purtroppo ben presente in Europa, e la libertà individuale.

L’ordinamento giuridico di uno Stato deve includere norme che garantiscano la sicurezza pubblica, dunque pure quella individuale, per permettere a ognuno di vivere concretamente, senza timori, le proprie libertà. La guerra contro la criminalità è sempre più difficile sia per le sofisticate tecniche usate da chi prepara e/o esegue un crimine, sia per le procedure penali sempre più stupidamente garantiste, che impediscono de facto e de jure alle autorità di perseguire penalmente i presunti o reali autori. Da un decennio non vi sono più state, a livello cantonale e federale, istruttorie di spessore negli ambiti del crimine organizzato, del riciclaggio di denaro, di corruzione, di frode fiscale.

Il dodicesimo titolo del Codice penale svizzero (crimini e delitti contro la tranquillità pubblica) include il reato di finanziamento del terrorismo  (art. 260 quinquies) già ampiamente garantista, ma prima di giungere a una condanna è più che opportuno usare giusti metodi per impedire la commissione dell’atto: il lavoro dell’intelligence, anche a livello continentale e internazionale, unito a quello della polizia federale, in collaborazione con quelle cantonali e comunali, deve avere tutta la sua efficienza preventiva.

La legge in votazione è sin troppo garantista, contrariamente a quanto affermano gli oppositori: per qualificare una persona di ‘potenziale terrorista’ è necessario basarsi su “indizi concreti e attuali” (art.23 e) con le susseguenti spiegazioni di merito e della durata dei provvedimenti (art.24 f,g), adottabili tramite decisioni formali (art. 23 j), con interventi della magistratura (art. 23 p, 24 g), pure concernenti i minorenni.

Ho letto su questo media (17 maggio) gli argomenti dell’ex collega Bruno Balestra, contrario al testo di legge: gli esempi addotti riguardanti tutt’altre realtà esistenziali non sono pertinenti, il terrorismo esiste, per farlo capire meglio è un...tumore maligno, è una piovra dagli intricati legami con altre forme di pericolosa criminalità, che destabilizza in modo occulto i valori della nostra società, ma ciò che più mi stupisce e preoccupa è la sua sfiducia verso un organo, la polizia, emanazione del nostro ordinamento democratico:senza il prezioso lavoro della polizia non vi può essere una giustizia equa e efficace, pure a tutela dei cittadini onesti e delle loro libertà individuali.

La legge in votazione garantisce il rispetto della legalità, della separazione dei poteri, della proporzionalità e sussidiarietà: spero che gli affanni esistenziali di marca covidiana non creino ingiustificate paranoie nei confronti dell’Autorità! La “storia” giudiziaria svizzera è sempre meno edificante: il titolo terzo del Codice penale (delle pene e delle misure) è,oltre che piuttosto ridicolo, inefficace e poco comprensibile, affiancato dal Codice di procedura penale, in vigore dal...2011, che impedisce alle autorità di perseguimento di agire con rapidità e efficacia per eccessivo garantismo, meglio per eccessiva tutela dei prevenuti...oltre a imbavagliare i media nell’esercizio della loro libertà...d’informazione (ho percepito un assordante silenzio da parte degli “ex”...qui contrari!).

Il futuro dei nostri giovani deve essere promosso e garantito da leggi che permettano loro di vivere appieno le loro libertà,nel rispetto di quelle altrui,senza timore di studiare,viaggiare,lavorare,divertirsi in piazza o al coperto...ciò che molti altri nel mondo non possono fare o...più fare, come i ragazzi di Parigi morti per terrorismo nel novembre 2015.

Non dobbiamo permettere che l’apparente o reale ingenuità degli oppositori, unita a un bieco e salottiero garantismo (eccessivo formalismo) impedisca ai cittadini onesti di vivere appieno le proprie libertà ideali e materiali in Stati sicuri, in un’Europa sicura, come desiderano la nostra Costituzione federale e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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