Il dibattito

Intervista al Coronavirus

'Presto cambierete idea e si introdurrà per tutti l’uso indiscriminato delle mascherine, come è stato imposto in Cina e in Lombardia'

11 aprile 2020
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Buongiorno signor Coronavirus. Posso darle del “tu”?

No, preferisco mantenere le distanze, mi dia del “lei”!

Com’è il suo vero nome?

Coronavirus, per via della mia struttura circondata da punte che spuntano dalla membrana e ricordano la corona del sole.

Perché ora viene definito anche Covid19?

Be’, dovrebbe chiederlo agli scienziati, comunque è per distinguermi dai miei fratelli che vengono considerati meno pericolosi.

Preferisce “Coronavirus” o “Covid19”?

Coronavirus è il mio vero nome, perché appellandomi Covid19 l’uomo ha voluto darmi un soprannome complicato: “c-o” sta per coronavirus; “vi” per virus “d” per “disease”, che in italiano significa malattia, “19” perché individuato nel 2019. Una bella pensata!

Ora che è apparso in tutto il mondo, lei ha delle preferenze nel regno animale?

Mi piacciono i cammelli, i pipistrelli, le scimmie e odio tutti gli altri animali di compagnia con i quali non c’è un rapporto di simbiosi.

Perché ha voluto colpire il genere umano?

È il mio mestiere, il mio compito. Noi virus ci siamo da quando esiste l’uomo. Bisognava pure annunciarsi al mondo, prima o poi, anche per dare uno scossone alla vostra vita, esaltare altri valori.

Certo è che si è manifestato in modo virulento.

Diciamo che sono stato aiutato da comportamenti umani inadeguati da parte dell’uomo, sono stato sottovalutato. Lei si ricorda l’Ebola nel 1967, la SARS all’inizio del 2000? Secondo lei non sarebbe stato un segnale per far aprire gli occhi ai ricercatori?

Quindi la colpa è da attribuire all’uomo.

In buona parte sì. Se non ci avesse messo lo zampino l’uomo sarei rimasto silente, o avrei causato solo qualche malanno, non certamente una pandemia con migliaia di morti.

Potrebbe essere più chiaro?

I Cinesi sapranno darle risposte più esaustive.

Quindi ha dichiarato guerra all’umanità.

Sì, del resto nel vostro mondo ci sono sempre state guerre, ma con me non servono armi sofisticate per debellarmi. Ci vogliono l’ingegno, la caparbietà.

Che cosa intende?

Avete aspettato troppo tempo prima di prendere delle misure drastiche.

Faccia qualche esempio.

Lei è un Ticinese. Come ha trascorso la giornata del 23 febbraio?

Ho partecipato al carnevale, come tutti, eravamo migliaia di persone, anche provenienti dall’estero.

Sapeva che a pochi chilometri dalla Svizzera c’erano parecchi pazienti contagiati e alcuni morti dal virus?

Sì, ma le autorità…

Le autorità del suo Cantone mi hanno facilitato il compito. Il resto lo sa anche lei.

Siamo all’8 aprile, che cosa le preoccupa?

Trovo meno persone da infettare, ve ne state tutte rintanate a casa. Sto aspettando i prossimi giorni pasquali, la primavera, il bel tempo…

Pensa che stia perdendo la sua battaglia?

Diciamo che mi state indebolendo.

È vero, i dati parlano chiaro.

Già ma che succederà se si continuerà a dire alla popolazione che le mascherine non servono?

Chi lo dice è un virologo.

Io come Coronavirus temo che presto cambierete idea e si introdurrà per tutti l’uso indiscriminato delle mascherine, come è stato imposto in Cina, in Lombardia. E allora per me sarà sempre più difficile contagiare qualcuno.

Intende dire che non potrà portare a termine il lavoro che si è prefissato?

Queste disposizioni mi ostacoleranno, io galleggio nel vapore acqueo e mi lascio trasportare dalle goccioline di saliva espulse dalle persone quando parlano. Se c’è una protezione come posso entrare nelle vie respiratorie?

Ma c’è chi dice che la mascherina non serve alla gente comune, perché non la sa usare correttamente.

Forse chi ha fatto questa affermazione si rivolgeva a dei bambini.

 

 

 

 

 

 

 


 

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