Dati contenuti in un archivio governativo britannico sono stati "rubati" a ottobre da hacker rimasti per ora ignoti nell'ambito dell'ultima di una serie d'infiltrazioni denunciate con crescente frequenza e ricondotte alternativamente a potenze straniere ostili o a gruppi criminali mossi a scopo di lucro. L'ultimo caso ha riguardato un sistema informatico "operato dal ministero degli Esteri per conto di quello dell'Interno", secondo quanto riferito dai media e confermato in termini più vaghi alla Bbc stamattina da Chris Bryant, ministro del Commercio nel governo di Keir Starmer.
Stando al tabloid Sun, il sospetto è che dietro questo episodio si possano nascondere hacker legati "allo Stato cinese", sullo sfondo delle ripetute accuse d'intromissione mosse negli ultimi tempi da Londra a Pechino e regolarmente negate dalla Cina. Bryant, tuttavia, si è limitato a parlare di "indagini in corso" su quanto successo due mesi fa e ha aggiunto: "Al momento noi semplicemente non sappiamo" chi ne sia stato responsabile.
"Non posso confermare alcuna congettura", ha poi insistito, affermando che il governo ha riportato il tutto alla polizia e all'authority competente (l'Information Commissioner) e che si valuta comunque un impatto "a basso rischio" sulla possibile compromissione di dati sensibili individuali.