La domanda petrolifera mondiale cresce in linea con la media annua degli ultimi dieci anni e nel 2025 ha raggiunto nel terzo trimestre il picco record di 105 milioni barili al giorno. Lo rende noto l'Unem (Unione energie per la mobilità) nel preconsuntivo 'Energia e mobilità 2025' presentato oggi.
La domanda di energia continua ad aumentare nel mondo (+1,8% sul 2024) spinta dall'incremento demografico e il petrolio si conferma la prima fonte. L'86% della domanda totale è coperta ancora dalle fonti fossili, come accadeva dieci anni fa, cresciute in un anno di 148 Mtep (Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), dell'1,2%.
Nel 2025 il petrolio è la prima fonte di energia con una quota superiore al 33%, seguito dal carbone (27%) e dal gas naturale (25%). Le rinnovabili a livello globale salgono fermandosi al 9% rispetto al 6% del 2015, mentre il nucleare va poco oltre il 5%.
L'offerta petrolifera, indicano gli highlight dello scenario internazionale presentato dal presidente dell'Unem (associazione che raggruppa le principali aziende operanti in Italia nel settore della raffinazione e distribuzione di carburanti, lubrificanti e altri prodotti derivati dal petrolio) Roberto Murano, riflette il rientro dai tagli volontari Opec+ ma aumenta soprattutto nei paesi non Opec+.
Gli Stati Uniti consolidano il ruolo di primo produttore (21 milioni barili al giorno, b/g). Nonostante le sanzioni, la Russia si mantiene sui livelli produttivi e di export storici con circa 10 milioni di barili al giorno.
I prezzi del Brent rispondono più ai fondamentali che ai rischi geopolitici: la media del 2025 è di 68,7 dollari al barile (11 in meno del 2024, -14%).
L'Aie (Agenzia internazionale dell'energia) ora vede il 'Peak oil' non prima del 2050 e chiede nuovi investimenti per evitare di tornare agli anni '70.
Le previsioni per il 2026 confermano questa tendenza: la domanda mondiale di petrolio è attesa salire fino a 105,5 milioni b/g, con un ulteriore incremento di 1 milione, per il 98% concentrato ancora nei Paesi non-Ocse.
In Europa nel 2025 la domanda di energia è invece cresciuta dello 0,3% rispetto al 2024, a fronte di una media del -1% negli ultimi 15 anni. Rispetto al 2000 la domanda di energia complessivamente è diminuita del 19%. I combustibili fossili pesano ancora per il 73% rispetto all'83% del 2000, con il petrolio che si conferma la prima fonte di energia con il 42% (praticamente come nel 2000) e il gas consolida il suo 24%. Le rinnovabili si attestano intorno al 15% rispetto al 3% del 2000, "spiazzando" soprattutto il carbone (7%) e marginalmente il nucleare (13%).
Non solo a livello mondiale ma anche europeo, si tratta di valori molto simili a quelli dello scorso anno e non troppo lontani nemmeno da quelli di venti anni fa, a riprova di come il percorso di transizione sia più lento di quanto spesso venga rappresentato nel dibattito pubblico, sottolinea l'Unem.