Ricchi e imprenditori stanno abbandonando il Regno Unito a fronte degli aumenti fiscali introdotti dal governo laburista del premier Keir Starmer. Lo ha ammesso il ministro delle attività produttive Peter Kyle a due giorni dalla manovra finanziaria d'autunno che sarà presentata il 26 novembre dalla contestata cancelliera dello scacchiere Rachel Reeves.
Kyle in un'intervista a Sky News ha detto che "non si può ignorare" quanto successo, in seguito all'ulteriore stretta sui privilegi fiscali residui dei cosiddetti non-dom (i residenti nel Regno che dichiarano di avere un domicilio permanente all'estero) voluta dal Labour e ai rincari fiscali scattati con la precedente manovra d'autunno. Come sottolineano i media, la vittima illustre di questo scenario non allettante per i super-ricchi, è il magnate indiano Lakshmi Mittal, di cui si conferma la decisione di lasciare il paese dopo esserne stato uno degli imprenditori più importanti, tanto da figurare a lungo nella top ten dei nababbi dell'isola stilata dal Sunday Times.
Se Reeves a fronte delle polemiche ha abbandonato l'idea di colpire direttamente i lavoratori con un aumento delle imposte sul reddito, deve comunque trovare dei modi per colmare un "buco nero" nelle finanze pubbliche stimato in 20 miliardi di sterline (21 miliardi di franchi). Secondo le anticipazioni della stampa, per raccogliere i fondi necessari, si prevede che la titolare del Tesoro prolunghi il congelamento delle soglie di imposta sul reddito e aumenti le tasse sugli immobili di lusso (lasciando più mano libera alle autorità locali per alzare la council tax) quelle sul gioco d'azzardo e anche rispetto alle banche. Sui tagli alla spesa pubblica, inoltre, l'intervento sarà meno drastico del previsto e sono previste risorse. Accanto a un giro di vite per chi truffa il sistema di benefit verrà eliminato il tetto fissato per gli assegni familiari limitati a due soli figli.
Il Labour deve muoversi alla ricerca di un equilibrio fra crisi di consensi, pressioni interne al partito contro interventi impopolari, oltre a un quadro economico comunque preoccupante per l'indebitamento pubblico record, l'elevata disoccupazione rispetto agli anni precedenti e la crescita debole.