Estero

Siria, tensione dopo scontri tra governativi e drusi nel sud

14 novembre 2025
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La regione meridionale siriana di Sweida a maggioranza drusa vive ore di calma tesa dopo gli scontri delle ultime ore tra una coalizione di milizie druse e forze governative di Damasco. Lo riferiscono fonti locali citate da media panarabi e siriani, secondo cui per ora non ci sono cambiamenti nelle linee di controllo rispetto al cessate il fuoco della scorsa estate.

Le fonti indicano che le violenze si sono concentrate sui fronti occidentali della regione, in particolare nelle aree di Majdal, Naql, Tall Hadid, Thaala, Najran, Ara, Atil e Slem. Il governatore di Sweida, Mustafa al-Bakur, ha accusato le fazioni druse agli ordini del leader religioso Hikmat Hajari di "compiere violazioni contrarie agli accordi di de-escalation", affermando che queste azioni "minano gli sforzi di ripristino dei servizi e i preparativi per il ritorno degli sfollati".

La tensione a Sweida è in aumento da settimane, dopo gli scontri di luglio che avevano provocato centinaia di vittime e feriti, soprattutto tra civili drusi trucidati da ausiliari governativi e dalle forze di Damasco. Dopo i massacri di civili commessi a luglio, gli Stati Uniti avevano imposto a Damasco un accordo di sicurezza di fatto col placet di Israele, principale potenza straniera interessata a esercitare influenza nella Siria sud-occidentale e che già occupa distretti nelle confinanti regioni di Qunaytra e Daraa.

Intanto, ha riaperto da oggi i battenti l'ambasciata della Siria nel Regno Unito, sulla cui sede - nel centro di Londra - è tornata stamattina a sventolare la bandiera nazionale dopo 14 anni.

La foto del vessillo è stata pubblicata sul profilo X del ministero degli Esteri del Paese mediorientale: "L'ambasciatore Assaad al-Chaibani ha innalzato la bandiera della Repubblica Araba Siriana sull'edificio dell'ambasciata a Londra dopo una chiusura durate 14 anni", si legge in un comunicato allegato.

La normalizzazione, seguita alla caduta del regime del presidente Bashar al-Assad, arriva sulla scia della recente formalizzazione da parte del governo britannico di Keir Starmer della revoca delle sanzioni contro l'attuale presidente, Ahmad al-Sharaa, già noto col nome di Abu Mohammad al-Jolani per il suo passato da capo jihadista, legato nel conflitto contro il governo Assad alternativamente all'Isis e ad Al Qaida. E dopo l'incontro negli Usa fra Sharaa e Donald Trump che ha suggellato lo sdoganamento del nuovo regime di Damasco da parte dell'occidente.