A pochi giorni dal primo anniversario della morte di 16 persone nel crollo alla stazione di Novi Sad, che il primo novembre scorso ha dato inizio al movimento di protesta degli studenti, in Serbia la tensione è tornata improvvisamente a salire.
A Belgrado, davanti al parlamento, un uomo è stato gravemente ferito a colpi di pistola. L'aggressore ha poi dato fuoco con una tanica di benzina a una delle tende erette mesi fa da gruppi di studenti che contestano le proteste antigovernative e chiedono la fine dei continui blocchi stradali, delle occupazioni di facoltà universitarie e il ritorno allo studio e alla normale vita quotidiana. L'uomo è stato rapidamente bloccato e arrestato dalla polizia in servizio al parlamento.
Si tratta di un pensionato 70enne residente a Belgrado che ha ammesso il grave reato, mentre il ferito, un uomo di 57 anni che sostava sul territorio dell'accampamento, è stato condotto in gravi condizioni in ospedale dove è stato urgentemente operato. Immediata e ferma la condanna delle autorità, con il presidente Aleksandar Vucic che non ha esitato a parlare di "grave atto terroristico" davanti al parlamento, simbolo di democrazia e libertà.
Parlando alla nazione in diretta televisiva, Vucic ha definito inaccettabile che vi siano persone che non accettano chi la pensa diversamente, lanciando un appello ai suoi sostenitori e a coloro che si oppongono al movimento di protesta a non scendere in piazza per manifestare contro l'attacco, col rischio di alimentare ulteriore tensioni.
"La vendetta non porta mai nulla di buono", ha affermato il presidente, sottolineando come "era solo questione di tempo" per una tale azione criminale, vista l'atmosfera di odio e scontro continuo suscitata a suo dire dai dimostranti antigovernativi.
Vucic ha quindi attaccato i media e i politici che a suo avviso diffondono tale clima di odio, e ha denunciato gli oltre 25mila raduni illegali registratisi da novembre, con 812 attacchi a sedi e sezioni del suo partito Sns (conservatore), in taluni casi distrutte e date alle fiamme.
Durante il suo intervento sono stati mostrati video della polizia sulla sparatoria davanti al parlamento e sull'arresto dell'aggressore che, ha affermato Vucic, per 16 anni ha lavorato per strutture di sicurezza statali.
In tale clima di rinnovata tensione politica si guarda con apprensione alle nuove grandi manifestazioni antigovernative annunciate in Serbia per il primo novembre, a un anno dalla sciagura di Novi Sad.