Estero

Kosovo vota alle amministrative tra tensioni interetniche e attesa per il nord serbo

Alle urne 93 entità politiche e oltre due milioni di elettori; il voto segue il boicottaggio del 2023 e il timore di nuove tensioni nei municipi settentrionali

12 ottobre 2025
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In Kosovo, dalle 7.00 si vota per le elezioni amministrative: una consultazione che si tiene in un'atmosfera di persistente tensione interetnica tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. L'attenzione è concentrata sul nord a maggioranza serba, dove la popolazione locale si attende il ritorno di sindaci serbi alla guida dei maggiori Comuni - Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica.

Con le ultime elezioni locali dell'aprile 2023, in quei Municipi si insediarono infatti sindaci di etnia albanese a causa del boicottaggio dei serbi in segno di protesta contro la politica ritenuta ostile e discriminatoria da parte della dirigenza di Pristina.

Il risultato fu un'affluenza estremamente bassa, con la popolazione locale che contestò l'insediamento dei sindaci albanesi in elezioni ritenute illegittime. Vi furono massicce proteste di piazza sfociate in molti casi in disordini e scontri con la polizia e le truppe della Kosovo Force (KFOR), forza militare internazionale guidata dalla NATO responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in Kosovo, regione amministrata dall'ONU che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008.

Alle elezioni di oggi partecipano 93 entità politiche, tra cui 32 partiti, 32 iniziative civiche, due coalizioni e candidati indipendenti. I maggiori partiti sono Vetevendosje (VV, letteralmente autodeterminazione, guidato dal premier Albin Kurti) per la componente di etnia albanese, e Srpska Lista (SL) per la comunità serba, forza legata strettamente alla dirigenza di Belgrado, e per la quale il governo e il presidente della Serbia hanno invitato a votare. I poco più di due milioni di elettori potranno votare fino alle 19.00 in oltre 2600 seggi.

Per la prima volta non c'è stato il silenzio prima del voto e la campagna elettorale è proseguita fino a un minuto prima dell'apertura dei seggi.