Estero

Nei Paesi poveri la salute mentale è un'emergenza trascurata

Tradotta in inglese e distribuita gratuitamente la guida 'In substance' per formare operatori e sollecitare più risorse per la salute mentale

10 ottobre 2025
|

La salute mentale non è solo un problema da "primo mondo". I progressi socio-economici registrati dai Paesi in via di sviluppo negli ultimi decenni hanno portato all'emersione di problemi legati alla sfera psicologica anche nelle società più svantaggiate.

"La crescita economica e le modificazioni del tessuto sociale hanno portato ad un aumento dei tassi di alcolismo, abuso di droghe e suicidi, le cosiddette 'patologie sociali'. Inoltre, centinaia di milioni di bambini, adulti e anziani sperimentano le conseguenze di assetti politici, guerre, carestie, povertà, inadeguatezza, discriminazioni e sfruttamento. Ma di fronte a problemi considerati più impellenti, la salute mentale delle popolazioni a basso reddito rischia di sparire dalle priorità", spiega Fabio Lugoboni, presidente di Clad Onlus e direttore del Servizio di medicina delle dipendenze dell'ospedale di Verona.

Con lo scopo di fornire uno strumento utile e accessibile per contrastare queste problematiche, è stato tradotto in inglese e sarà distribuito gratuitamente il manuale italiano di riferimento in medicina delle dipendenze patologiche. "In substance" (edito da Clad Onlus nel 2018 e giunto alla sua XX edizione) è un testo da sempre gratuito, senza sponsor, multidisciplinare e destinato a diverse figure sanitarie.

"Con la traduzione del manuale vogliamo lanciare un appello e un invito all'azione a collettività, governi e agenzie internazionali ad aumentare le risorse stanziate per la salute mentale perché senza quella non ci può essere salute fisica", spiega Lorenzo Zamboni, psicologo e psicoterapeuta delle dipendenze presso l'Azienda ospedaliera universitaria di Verona. "Pensiamo alla depressione, che può portare al consumo di alcol e sostanze come tentativo di autocura per alleviare i sintomi, ma che a cascata porta a dipendenza, malattie infettive, cirrosi, cancro al fegato e mortalità prematura. Per contenere i danni, è per questo fondamentale la formazione di operatori e sanitari", conclude Zamboni.