Estero

Gaza, Albanese avverte che il rispetto del diritto internazionale può fermare il genocidio

La relatrice Onu a Genova denuncia violazioni e sparizioni, sollecita ricongiungimenti familiari e la sospensione delle relazioni commerciali e del transito di armi

7 ottobre 2025
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Con Silvia Salis "abbiamo discusso della situazione della popolazione in Palestina e a Gaza e della mobilitazione in questo Paese che è stata senza precedenti" e "abbiamo parlato di quanto questa città, con i suoi studenti e soprattutto con i portuali, abbia contribuito alla presa di coscienza che è stata accelerata dal loro lavoro". Lo ha detto Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori palestinesi occupati, oggi a Genova per un intervento pubblico ai Giardini Luzzati.

Albanese ha incontrato alcuni rifugiati palestinesi che le hanno chiesto aiuto. "Hanno i loro familiari, anche minori, a Gaza - ha detto Albanese -, che oggi è tutta zona di pericolo. Hanno bisogno di aiuto per il ricongiungimento familiare. Io ricevo centinaia di domande di questo tipo, sulla sorte delle persone che sono sparite per esempio: mancano 4 mila persone che probabilmente sono nelle carceri israeliane, mancano 10 mila persone che probabilmente sono sotto le macerie. Ricevo costantemente richieste di questo tipo e non ho più la capacità di aiutarli perché il livello di violazioni e di abusi è tale da richiedere l'intervento significativo della comunità internazionale, degli Stati. Se c'è una cosa che può fermare il genocidio - ha detto Albanese -, che può fermare l'occupazione permanente e l'apartheid è che ogni Stato rispetti il diritto internazionale che impone la Convenzione. Convenzione che prevede l'obbligo di prevenzione del genocidio, prevede di sanzionare e punire l'istigazione al genocidio".

"Ma c'è un'altra questione: c'è una decisione della Corte di Giustizia che dice che l'occupazione è illegale, andavano smantellate le colonie, doveva esserci la fine dello sfruttamento delle risorse naturali e il risarcimento ai palestinesi per quello che Israele ha fatto durante gli anni di occupazione illegale, oltre all'obbligo degli Stati di non aiutare, di non prestare assistenza allo Stato alla luce dei crimini che si aggiungono: crimini di genocidio, di guerra e contro l'umanità. Per questo - ha concluso - bisognerebbe tagliare, sospendere le relazioni commerciali e soprattutto il transito di armi".