"Con certi odi non si può scendere a patti": è uno degli sms inviati dal 22enne Tyler Robinson, il presunto killer di Charlie Kirk, e svelati dall'Fbi nel giorno della sua incriminazione formale nel tribunale di Provo, Utah, in un'udienza in videocollegamento dal carcere di Spanish Fork, dove si trova in un'unità speciale sotto sorveglianza per timori di suicidio.
Un messaggio che sembra gettare nuova luce sul movente, suggerendo un omicidio per motivo di odio contro un attivista conservatore considerato razzista, antisemita, islamofobo, antiabortista, pro armi e a favore della pena di morte, nonché ostile ai trans. Come il partner di Robinson, che sta affrontando una transizione da uomo a donna e che sta pienamente collaborando con gli investigatori.
Finora invece Tyler non ha confessato, anche se ci sono diversi indizi che sembrerebbero incastrarlo: dalle immagini della videosorveglianza nel campus della Utah State University, dove è avvenuto l'attentato, a una prova del Dna.
Sino ai messaggi condivisi con gli amici in una chat su Discord e sul cellulare in cui scrisse che avrebbe colto al volo l'opportunità che aveva di eliminare l'influencer conservatore, ammettendo poi di essere stato lui. "Tra qualche istante mi arrenderò tramite un amico sceriffo, grazie per tutti i bei momenti e le risate, siete stati tutti fantastici, grazie a tutti per tutto", preannunciò ringraziando gli amici.
Nel frattempo proseguono le purghe contro gli autori di commenti controversi sull'uccisione di Kirk, anche con il rifiuto o la revoca del visto ai cittadini stranieri, come annunciato dal segretario di Stato Marco Rubio. Il mondo politico resta diviso, come dimostra l'ennesima veglia per Charlie, tenutasi con un omaggio raro all'interno del Capitol ma disertata da quasi tutti i dem.
A soffiare sul fuoco lo stesso Donald Trump, che ha rievocato la pena di morte per il killer di Kirk e minacciato di perseguire i gruppi della sinistra radicale, a partire dal gruppo antifascista di estrema sinistra Antifa, che potrebbe etichettare come gruppo terrorista domestico. "La maggior parte della violenza sta a sinistra", ha insistito. Una convinzione ribadita anche dai suoi più stretti collaboratori. Come il vicepresidente JD Vance, che vorrebbe "disperatamente" l'unità nazionale dopo l'uccisione di Kirk ma secondo cui è impossibile trovare un terreno comune con chi ha celebrato l'assassinio del suo amico.
Il vice capo dello staff della Casa Bianca Stephen Miller, l'artefice delle deportazioni di massa, ha fatto dichiarazioni di guerra contro la "campagna organizzata che ha portato a questo assassinio", promettendo di "sradicare e smantellare queste reti terroristiche".
Intanto il capo dell'Fbi Kash Patel è stato torchiato al Senato, dove ha dovuto difendere non senza imbarazzo la propria gestione del caso Epstein e delle indagini sull'omicidio Kirk, durante le quali aveva annunciato erroneamente la cattura del killer.
Poche ore prima di Robinson, è comparso in tribunale a New York un altro giovane che il primo dicembre verrà processato per un omicidio eccellente: il 27enne Luigi Mangione, incriminato per l'uccisione di Brian Thompson, Ceo della compagnia di assicurazione sanitaria UnitedHealthcare. Anche questo delitto, frutto dell'odio contro la rapacità delle assicurazioni sanitarie private, ha riscosso una certa simpatia in alcuni strati dell'opinione pubblica.