Estero

Pressioni sull'UE per rivedere le norme sulle auto elettriche

Industria automobilistica chiede flessibilità sulle emissioni e revisione del divieto di motori a combustione dal 2035

9 settembre 2025
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La flessibilità sulle multe non basta. Da Monaco di Baviera (Germania) a Strasburgo (Francia) si leva l'appello di chi chiede all'UE di fare marcia indietro sullo stop ai motori a combustione interna, diesel e benzina, dal 2035.

"Siamo impegnati nella transizione verso la mobilità elettrica", ma "abbiamo bisogno di normative europee intelligenti, affidabili e flessibili", ha dichiarato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, facendo proprie le istanze dei colossi dell'industria automobilistica che all'UE chiedono norme meno rigide.

Un appello che dal Salone internazionale dell'automobile di Monaco arriva dritto a Bruxelles, dove venerdì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ospiterà produttori e gruppi auto nel terzo dialogo strategico sul futuro del settore. Quello decisivo per orientare il dibattito sull'attesa revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto, che dal 2035 imporrà lo stop alla vendita di motori a benzina e diesel.

L'obiettivo di emissioni zero entro dieci anni resta, per il momento, intoccabile. Ma su Bruxelles cresce la pressione per mettere sul tavolo ulteriori opzioni di flessibilità oltre a quella concessa quest'anno per calcolare sul triennio, non sull'anno, la conformità agli obiettivi di taglio di emissioni. Alleviando così le case auto dal peso di multe salate.

Alla vigilia del discorso sullo stato dell'Unione, che vedrà von der Leyen impegnata a dettare l'agenda dei prossimi mesi, è dal suo Partito popolare europeo (Ppe, di centro-destra) che arriva un nuovo monito a non fare passi falsi e a rivedere le norme in nome della "neutralità tecnologica". "Abbiamo bisogno di una revisione del divieto sui motori a combustione interna", ha affermato da Strasburgo Manfred Weber, capogruppo del Ppe al parlamento europeo.

La revisione attesa per inizio 2026 permetterà di sancire nero su bianco il principio di "neutralità tecnologica" per i carburanti e di aprire la strada a nuove o altre tecnologie per il dopo 2035, non solo agli elettrocarburanti - ossia combustibili gassosi o liquidi sintetici, realizzati mediante sintesi chimica utilizzando nel processo di creazione prevalentemente fonti di energia rinnovabili - richiesti da Berlino, che avranno ormai un futuro certo sul mercato.

Questo potrebbe significare riaprire la discussione sui biocarburanti, cari all'Italia, ma il pressing dell'industria aumenta anche per mantenere sul mercato i veicoli ibridi plug-in e range extender qualche anno dopo la tagliola prevista dal 2035.

"Ampliare l'uso e la portata delle tecnologie di transizione è chiaramente un passo molto importante", ha riconosciuto l'associazione europea dei produttori di auto (ACEA, per European Automobile Manufacturers' Association) che dal confronto con la presidente dell'esecutivo comunitario a fine settimana si aspetta "un segnale politico molto chiaro, una guida politica sui prossimi passi da compiere". E di rilanciare un percorso "più flessibile e tecnologicamente neutrale" per la transizione del settore.