La direttrice dell'Unrwa in Spagna avverte: la popolazione palestinese è stremata e senza rifugi sicuri
Negli ultimi giorni circa 16.000 palestinesi sono stati costretti a fuggire da Gaza, dirigendosi verso il sud e l'ovest della Striscia. "La popolazione è stremata, denutrita, malata ed è costretta a continui spostamenti, poiché Israele "ha intensificato l'offensiva" e "la costringe a spostarsi verso il nulla, perché sulla Striscia non c'è più un posto dove andare, nessun rifugio per la gente". È quanto ha denunciato la direttrice in Spagna dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa), Raquel Marti, in dichiarazioni alla radio pubblica spagnola Rne.
Giovedì scorso, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dato il via libera alla presa di Gaza City e, al contempo, alla ripresa dei negoziati con Hamas per la liberazione degli ostaggi. "Nella zona si ammassano un milione di persone, se Israele le obbliga a spostarsi di nuovo verso il sud, l'impatto sulla popolazione sarà terribile", ha dichiarato la direttrice di Unrwa Spagna. "Anche se la gente fuggirà da Gaza, si stabilirà a Jan Yunis, a Deir al Balah, dove non c'è nulla e dove Israele continua a bombardare assassinando la popolazione", ha aggiunto.
Secondo Marti, la strategia israeliana segue uno schema preciso: tagliare i rifornimenti, espellere agenzie Onu ed Ong e intensificare i bombardamenti, per poi attaccare gli ospedali. "Il 97% delle scuole adibite a rifugio sono state direttamente attaccate da Israele", ha ricordato la responsabile Unrwa. "Ogni volta che Israele ha bombardato queste scuole ha ucciso persone innocenti, ferito e mutilato bambini. La situazione è devastante", ha aggiunto. Per poi puntare il dito contro "la comunità internazionale che continua a guardare altrove", limitandosi a condannare senza azioni concrete. "Se non si agisce, saremo complici di ciò che sta accadendo in Palestina", ha concluso Marti.