Estero

Tensioni al confine tra Thailandia e Cambogia con legge marziale in vigore

L'esercito thailandese prepara piani di battaglia mentre il premier malaysiano Anwar Ibrahim chiede un cessate il fuoco immediato

25 luglio 2025
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L'esercito thailandese mostra i muscoli ed elabora i piani di battaglia, nel mezzo della legge marziale decretata in otto distretti di confine con la Cambogia, tornati a ribollire per le tensioni. Una prova di forza per dissuadere Phnom Penh da azioni velleitarie di escalation. Mentre il premier malaysiano Anwar Ibrahim, forte della presidenza di turno dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), ha chiesto alle parti il "cessate il fuoco immediato" e si è offerto per lavorare a "una mediazione".

Il premier ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai, ha avvertito che gli scontri transfrontalieri "potrebbero sfociare in una guerra", quando gli attacchi incrociati tra i due paesi sono arrivati al secondo giorno di fila.

Le ultime scintille sulle dispute territoriali hanno spinto le forze armate di Bangkok ad attivare una strategia in tre fasi di prontezza alla guerra su vasta scala con il paese vicino. Il quotidiano giapponese Nikkei Asia ha riferito, in base a diverse fonti militari e di servizi segreti, che è in piedi il piano Chakrabongse Phuwanat, con lo schieramento di mezzi terrestri, aerei e navali in caso di ulteriore fiammata degli scontri con l'esercito cambogiano.

Il piano, che prende il nome da un principe del XIX secolo noto come il fondatore del moderno esercito thailandese, fa parte della dottrina militare nazionale che prevede l'uso di armi quando il paese affronta minacce straniere ai propri confini.

Dopo due giorni di combattimenti tra i due regni del sudest asiatico, il bilancio in Thailandia è di 15 morti e 46 feriti. Mentre la Cambogia ha citato una vittima e vari feriti. Si stima che gli sfollati siano quasi 200'000.

Bangkok ha accusato Phnom Penh di "provocazioni", e ha puntato il dito contro i lanciarazzi BM-21 di progettazione sovietica, valutati come un cambio di passo rispetto alle armi leggere finora usate. Phnom Penh, invece, ha insistito sull'avvio delle ostilità a carico della Thailandia, che ha dispiegato sei caccia F-16 di fabbricazione statunitense, uno dei quali ha colpito ieri due postazioni militari avversarie al confine.

La strategia di forza della Thailandia vuole, secondo gli osservatori, mettere in guardia la Cambogia da qualsiasi ulteriore escalation, inclusa la posa di nuove mine nelle aree contese. Una tale scelta innescherà una risposta più dura, minaccia Bangkok. L'azzardo della Thailandia, che ha una superiorità aerea schiacciante, è alzare la posta per costringere i cambogiani a ritirarsi, secondo la formula dei manuali militari della escalation per la de-escalation.

L'ultima controversia, esplosa a maggio, riguarda i territori contesi con templi importanti: ha portato alla sospensione della premier thailandese Paetongtarn Shinawatra dopo la telefonata resa pubblica con l'ex premier Hun Sen, definito "zio" con "tono sottomesso", denunciò la stampa thailandese, mandando i militari su tutte le furie.

Il capo della diplomazia cinese Wang Yi ha definito gli scontri tra Cambogia e Thailandia "profondamente angoscianti". Ma ha colto l'occasione per un duro affondo: "La radice del problema risiede nella persistente eredità del colonialismo occidentale, e ora è necessario affrontarlo con calma e gestirlo correttamente", ha detto Wang, incontrando a Pechino il segretario generale dell'Asean Kao Kim Hourn.

Defilato, invece, il ruolo americano, a dispetto di solidi agganci: gli USA hanno un accordo sulla sicurezza con la Thailandia e il premier cambogiano Hun Manet, figlio di Hun Sen, è stato un cadetto di West Point, l'accademia militare d'élite a stelle e strisce.