Il documento, finanziato dal governo britannico, sarà presentato a Gerusalemme e accusa l'indifferenza delle istituzioni internazionali
Un nuovo rapporto, il più dettagliato che sia stato redatto finora, documenta l'uso diffuso e sistematico della violenza sessuale come arma di guerra da parte dei terroristi di Hamas durante il massacro del 7 ottobre.
Finanziato in parte dal governo britannico e scritto da esperti israeliani di genere e di diritto, sarà presentato domani a Gerusalemme. Lo riferisce il Sunday Times. Il documento raccoglie testimonianze di 15 ostaggi liberati da Gaza, di una sopravvissuta al tentato stupro al festival Nova e di decine di soccorritori e testimoni oculari. Il rapporto, denominato "Progetto Dinah", riporta che violenze e stupri di gruppo sono stati perpetrati in almeno sei luoghi diversi, tra cui il festival Nova, la strada 232, la base militare di Nahal Oz e i kibbutz di Re'im, Nir Oz e Kfar Aza.
In molti casi, le vittime sono state assassinate durante l'aggressione o sono rimaste traumatizzate al punto da non riuscire a testimoniare. Tra i modelli ricorrenti: donne nude o semi-nude legate ad alberi o pali, segni di stupri collettivi, mutilazioni genitali e tentativi di stupro anche su cadaveri. Il documento include anche abusi sessuali su ostaggi durante la prigionia a Gaza, tra cui due uomini.
Il rapporto è stato redatto da un team guidato dalla professoressa Ruth Halperin-Kaddari, con la collaborazione dell'ex procuratrice militare Sharon Zagagi-Pinhas e della giudice in pensione Nava Ben-Or.
Le autrici denunciano l'indifferenza delle istituzioni internazionali, in particolare delle agenzie delle Nazioni Unite, accusate di aver ignorato le voci delle vittime. Il rapporto chiede al Segretario generale Onu di inviare una commissione d'inchiesta e di includere Hamas nella lista nera degli organismi che usano la violenza sessuale come arma di guerra.