Previsto il rimpatrio di 200-300 mila siriani con un supporto di 100 dollari a persona
Non ci sarà un respingimento forzato e in massa dei profughi siriani dal Libano, ma il governo libanese offrirà incentivi in dollari americani per spingere le famiglie di profughi a tornare in Siria. E si stima che nei prossimi mesi il Libano potrà rimpatriare dai 200 ai 300'000 siriani. È quanto ha detto il vice primo ministro libanese Tarek Mitri, citato oggi dai media panarabi e libanesi.
Mitri ha spiegato che "il ritorno avverrà in modo organizzato o non organizzato. Nel primo caso, i nomi saranno registrati e il trasporto in Siria sarà assicurato dalle autorità libanesi tramite autobus. Per questi rifugiati - ha detto - sarà fornito un aiuto di 100 dollari a persona. Nel secondo caso, i rifugiati dovranno fissare la data del loro ritorno e provvedere al proprio mezzo di trasporto, e avranno anch'essi diritto a 100 dollari a persona".
"Non possiamo fornire cifre precise ma prevediamo il ritorno di circa 200-300'000 persone a seconda del grado di successo del piano", ha detto il vicepremier. Le sue affermazioni arrivano mentre la commissione ministeriale libanese incaricata di stilare un piano per il rientro dei profughi siriani ha completato il testo e si appresta a sottoporlo al governo.
Si stima che il numero di profughi siriani in Libano, che non riconosce lo status di rifugiati, sia superiore al milione e mezzo di persone. I primi erano giunti nel Paese del cedri nel 2011, anno dello scoppio della sanguinosa repressione governativa contro le allora proteste popolari.
Oltre ai profughi siriani, il Libano deve gestire l'emergenza di sfollati interni: un 1,2 milioni di libanesi che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa della guerra israeliana contro Hezbollah lo scorso autunno. Il paese mediorientale, che ha una popolazione di circa cinque milioni di persone, è inoltre afflitto dal 2019 dalla peggiore crisi economica della sua storia.
Dopo più di mezzo secolo, a dicembre scorso in Siria si è registrato uno storico cambio di governo. Da allora, secondo i dati dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati (UNHCR), circa 173'000 profughi sono tornati volontariamente in patria dal Libano.
Ma la guerra civile e regionale in Siria non si è conclusa del tutto. Solo a marzo sono state uccise più di 1'500 persone in scontri armati a sfondo confessionale. A seguito di queste persecuzioni, circa 40'000 civili della zona costiera siriana sono fuggiti in Libano, diventando nuovi profughi siriani.
L'UNHCR ha annunciato nelle scorse settimane "drastici tagli" agli aiuti offerti ai siriani in Libano a causa del congelamento del sostegno americano che rappresenta il 40% del suo finanziamento globale.