Estero

Aumento dei conflitti armati e crisi umanitaria globale

ONU denuncia l'erosione del diritto internazionale e l'impatto devastante sui civili, specialmente donne e bambini

23 maggio 2025
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Attualmente nel mondo sono in corso 130 conflitti armati, più dell'anno scorso e sei volte di più rispetto a 25 anni fa, con una "drammatica erosione" del diritto internazionale che causa "lo smantellamento dell'architettura per la protezione dei civili che abbiamo impiegato decenni per costruire". È quanto emerso dalla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati, nel corso del quale diversi alti funzionari umanitari hanno denunciato l'annullamento delle regole che dovrebbero proteggere le popolazioni civili, in particolare donne e bambini.

Tom Fletcher, capo umanitario delle Nazioni Unite, ha anche ricordato che il 2024 è stato "l'anno più letale mai registrato per gli operatori umanitari": più di 360 dei quali sono stati uccisi, la maggior parte a Gaza. Inoltre, è stato sottolineato, l'intelligenza artificiale viene utilizzata per selezionare obiettivi militari, sollevando "serie preoccupazioni sul rispetto del diritto internazionale umanitario e sull'erosione del controllo umano".

Sima Bahous, direttore esecutivo dell'agenzia Un Women, ha parlato di reparti di maternità bombardati, cure postnatali inaccessibili, donne che partoriscono senza acqua potabile. "In Afghanistan, una donna muore ogni due ore per complicazioni legate alla gravidanza. A Gaza, più di 28'000 donne e ragazze sono state uccise dall'ottobre 2023, ovvero una ogni ora" ha detto, aggiungendo che "la distruzione delle infrastrutture per la salute riproduttiva è una flagrante violazione del diritto internazionale" e costa la vita alle donne e ai bambini.

Sono 473 milioni i bambini che vivono ora in zone di conflitto e più vulnerabili alle esplosioni, alla fame e alle malattie "hanno sette volte più probabilità degli adulti di morire per le ferite dei bombardamenti" è stato sottolineato. In conclusione i partecipanti hanno ribadito che " i trattati non bastano più, solo la volontà politica può salvare vite umane".