Estero

Gaza sotto assedio tra raid israeliani e aiuti insufficienti

L'ANP apre a uno Stato unico con Israele mentre la crisi umanitaria si aggrava

22 maggio 2025
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Ancora morti e feriti in una Gaza martellata dai raid israeliani in cui l'unico sollievo per la popolazione stremata è la distribuzione dei primi aiuti dopo due mesi, che per i soccorritori però sono "una goccia nell'oceano".

Sul fronte diplomatico, l'Autorità nazionale palestinese (ANP), che "sta lavorando per incontrare presto papa Leone XIV", apre a sorpresa all'ipotesi di un'intesa con Israele anche "con uno Stato unico".

"Se ora gli israeliani respingono la formula dei due popoli in due Stati sono pronto ad accettare e siglare un accordo per uno Stato unico, nel quale tutti i cittadini abbiano uguali diritti, con Gerusalemme capitale", ha detto ad "Avvenire" Hussein al-Sheikh (Abu Jahed), numero due dell'ANP, indicato da molti come il probabile successore del presidente Abu Mazen.

A Gaza intanto i forni hanno ricevuto i primi sacchi di farina, ricominciando a produrre il pane che è stato distribuito a fine giornata, con le cucine di pasti caldi prese letteralmente d'assalto. L'ONU ha raccolto l'equivalente di oltre 90 camion di beni di assistenza, riuscendo a distribuirlo tre giorni dopo che Israele ha annunciato l'allentamento del blocco, durato 11 settimane.

Gli aiuti, che includono anche alimenti per neonati e attrezzature mediche, sono partiti ieri sera dal valico di Kerem Shalom per arrivare diverse ore dopo a Gaza, con ritardi imputati "all'insicurezza lungo l'unica via di accesso approvata dall'esercito israeliano".

Le scorte però, avvertono le Nazioni Unite, "non sono minimamente sufficienti a soddisfare le vaste necessità di Gaza". Sono "una goccia nell'oceano", ha detto Amjad al-Shawa, direttore di un'organizzazione non governativa palestinese, sottolineando che durante la breve tregua di camion a Gaza "ne entravano 600 al giorno". La situazione è drammatica, e nelle ultime 48 ore "29 tra bambini e anziani sono morti per fame", ha denunciato il ministro della salute dell'ANP Majed Abu Ramadan.

Sono invece almeno 54 le vittime nei bombardamenti di Israele sulla Striscia secondo le fonti mediche locali. L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che "una famiglia di nove persone è rimasta uccisa in un raid su una caserma che ospitava sfollati" nei pressi di una cisterna d'acqua nella zona di al-Baraka, nella città di Deir al-Balah, presa di mira più volte oggi.

Un portavoce dell'IDF ha invitato gli abitanti a cacciare via dalla loro zona tre miliziani di Hamas "nascosti tra di voi". Il portavoce ha allegato al messaggio le foto dei tre ricercati e la mappa del luogo in cui si trovano.

Sempre secondo la Wafa, veicoli militari israeliani hanno poi fatto irruzione nel cortile dell'ospedale al-Awda a Tal al-Zaatar, nel nord della Striscia, "aprendo un intenso fuoco".

Nel nord - dove un ufficiale della 401esima brigata corazzata "è rimasto seriamente ferito nei combattimenti" - l'IDF ha emanato un ordine di evacuazione immediata ai residenti di 14 quartieri, incluso il campo di Jabaliya: l'esercito "sta operando con grande forza nelle zone in cui si trovano, perché le organizzazioni terroristiche continuano le loro attività", recita un comunicato.

Ed è iniziata una nuova operazione offensiva nella parte meridionale della Striscia: l'obiettivo è quello di stabilire un "controllo operativo" nella zona di Khan Yunis.