Estero

Netanyahu apre a tregua per liberare ostaggi

Il premier israeliano valuta un cessate il fuoco temporaneo per liberare ostaggi da Hamas.

21 maggio 2025
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Benyamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha dichiarato la sua disponibilità a considerare un cessate il fuoco temporaneo per facilitare il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Questa dichiarazione è stata fatta durante la sua prima conferenza stampa dopo 163 giorni, in risposta alle pressioni diplomatiche internazionali per fermare i bombardamenti su Gaza. Attualmente, si stima che ci siano 20 ostaggi vivi e 38 deceduti nelle mani di Hamas.

Netanyahu ha risposto alle critiche internazionali riguardo al blocco degli aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza, accusando Hamas di appropriarsi di una parte significativa degli aiuti e di vendere il resto a prezzi elevati per finanziare le proprie attività militari.

Nonostante l'apertura verso una tregua, Netanyahu ha ribadito che gli obiettivi a medio-lungo termine di Israele rimangono invariati. Ha affermato che al termine dell'operazione "Carri di Gedeone", tutte le aree di Gaza saranno sotto il controllo di sicurezza israeliano. La fine del conflitto, secondo Netanyahu, dipenderà dalla smilitarizzazione di Hamas, dall'esilio della sua leadership e dall'attuazione del "piano Trump", che prevede il ricollocamento dei residenti di Gaza in altri Paesi arabi o musulmani.

Nel frattempo, la Commissione Europea ha segnalato che le scorte alimentari nella Striscia di Gaza sono esaurite, nonostante l'arrivo di un primo carico di aiuti delle Nazioni Unite. Le cancellerie europee continuano a chiedere con insistenza l'ingresso di convogli umanitari.

Oltre alla situazione a Gaza, Israele osserva con preoccupazione le ambizioni nucleari dell'Iran. Secondo l'intelligence americana, Israele starebbe pianificando attacchi imminenti contro le centrali nucleari iraniane, una mossa che potrebbe creare tensioni con la Casa Bianca, attualmente impegnata in negoziati con Teheran.

Nonostante le difficoltà, i colloqui tra Iran e Stati Uniti proseguiranno. Il governo dell'Oman, mediatore chiave, ha annunciato un quinto round di consultazioni che si terrà a Roma. Il nodo centrale delle discussioni è l'arricchimento dell'uranio, con gli Stati Uniti contrari a qualsiasi forma di arricchimento, mentre Teheran insiste sul suo diritto all'energia nucleare civile. La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha sottolineato la difficoltà di raggiungere un accordo su questo tema.