Prima l’annuncio in pompa magna con al suo fianco Benjamin Netanyahu, poi l’ufficializzazione parlamentare: in meno di un mese l’Ungheria fa un ulteriore passo di lato al diritto internazionale e formalizza il ritiro dalla Corte dell’Aja. Il voto, scontato, è stato prontamente rilanciato dagli account del governo di Viktor Orbán. Il primo ad annunciarlo, con tanto di attacco alla Corte penale internazionale, è stato il ministro degli Esteri Peter Szijjártó, su X: “Con questa decisione, ci rifiutiamo di far parte di un’istituzione politicizzata che ha perso la sua imparzialità e credibilità”. La decisione era attesa a Bruxelles, dove cresce il pressing di partiti e Paesi membri per sospendere il diritto di voto dell’Ungheria in seno al Consiglio dei ministri dell’Ue. ANSA/RED